Il rischio di un ritorno dell’Isis sta diventando sempre più credibile, soprattutto dopo che si è notato che l’organizzazione è riemersa con forza in varie località. La guerra a Gaza creerà solo maggiori opportunità per loro di crescere e diffondersi. L’atmosfera di rabbia, frustrazione e instabilità potrebbe fornire un ambiente favorevole all’organizzazione terroristica per operare e condurre operazioni contro obiettivi occidentali. Ciò rende ancora più importante che i paesi rimangano vigili e adottino le misure necessarie per prevenirlo.

Le recenti attività dell’Isis in Siria, Afghanistan e Pakistan, insieme all’emergere di nuove organizzazioni in altre aree, indicano una tendenza preoccupante. L’attuale situazione a Gaza, con le sue conseguenze catastrofiche e il coinvolgimento internazionale, può potenzialmente avere un impatto sugli sforzi antiterrorismo. Ciò offre all’Isis e a gruppi terroristici simili l’opportunità di riorganizzarsi e sfruttare la situazione per diffondere odio e violenza, sia a livello regionale sia globale. È fondamentale che la comunità internazionale affronti questa minaccia e si adoperi per promuovere la pace e la stabilità, anche per evitare che l’Isis si sviluppi ancora.

La tempistica della guerra a Gaza, la violenza in corso e la prolungata catastrofe creano un ambiente favorevole per un forte ritorno dell’Isis. Il caos e la distrazione causati dal conflitto potrebbero consentire loro di operare con meno pressione e trarre vantaggio da lacune o errori di sicurezza mentre Gaza distrae i servizi di sicurezza in tutta la regione.

È probabile che Daesh si concentri su due livelli. In primo luogo potrebbe espandere le proprie attività e presenza in varie aree geografiche come Afghanistan, Pakistan, Siria e Iraq, con l’obiettivo di controllare più territori. In secondo luogo, potrebbero ricorrere ad attacchi in stile lupo solitario, approfittando della rabbia e della frustrazione causate dalla guerra a Gaza, in particolare tra i giovani mediorientali che vivono in Occidente. Questo crea un ambiente favorevole a promuovere l’idea di un conflitto con l’Occidente e a prendere di mira i paesi e gli obiettivi occidentali, in particolare quelli che sostengono Israele. Queste azioni possono essere giustificare come vendetta per l’opposizione percepita nei confronti della situazione nel mondo islamico e arabo. Questa strategia è in linea con le tattiche e il modo di pensare del movimento jihadista globale.

Pertanto, è importante che le agenzie di sicurezza siano preparate e proattive nel contrastare queste minacce, infatti il rischio di inquadrare la situazione a Gaza come una guerra tra l’Occidente e i paesi arabi o islamici potrebbe avere gravi conseguenze per la sicurezza globale. Può alimentare ondate di terrorismo, giustificate da un senso di vendetta, disuguaglianza e ingiustizia. Ci si dovrebbe concentrare sul potenziale aumento del terrorismo nei paesi che stanno organizzano manifestazioni popolari.

I gruppi terroristici possono sfruttare questi sentimenti per mobilitare le persone contro i loro governi o gli interessi occidentali nei loro paesi, presentandosi come difensori contro l’ingiustizia. Il rischio di un aumento degli attacchi terroristici di lupi solitari è una seria preoccupazione per le agenzie di sicurezza, in particolare nei paesi che hanno preso posizione sulla situazione a Gaza. È importante che le autorità rimangano vigili e adottino le misure necessarie per contenere questi rischi e prevenire tali attacchi per garantire la sicurezza dei propri cittadini.

Il rischio di conflitti interreligiosi che portano all’instabilità a lungo termine è una delle principali preoccupazioni per la sicurezza globale, invece tutti dovrebbero comprendere questi rischi e non cadano nella trappola di perpetuare l’odio, la rabbia e il desiderio di reprimere gli altri.

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