Diverse centinaia di persone, mille per gli organizzatori di Rete pace e disarmo, Amnesty International Italia e ong come AOI cooperazione e solidarietà internazionale, hanno partecipato a un sit-in in piazza dell’Esquilino a Roma, senza bandiere – l’unica presente era quella pace – per “proteggere tutta la popolazione civile” e chiedere un cessate il fuoco in Israele e Palestina.
“Noi siamo per la difesa dei diritti umani, non siamo né pro Hamas, né pro Israele“, hanno ribadito le associazioni, sotto accusa prima dell’iniziativa dai media di destra e non solo di voler ‘giustificare i terroristi’ e di “non aver preso le distanze da Hamas” (in realtà condannato subito, come ribadito anche nella conferenza stampa di lancio dell’iniziativa, ndr). “Non ci sorprendono questi attacchi, colpa anche di un dibattito polarizzato. Accade ogni volta che registriamo le violenze tra Israele e i Territori palestinesi occupati. Ma a noi interessa soltanto che venga difesa la popolazione, tutta, che non ha alcuna protezione”, ha spiegato Tina Marinari, di Amnesty.
Nelle stesse ore in cui da Tel Aviv venivano lanciati pesanti raid aerei in tutta la Striscia di Gaza, con incursioni dei tank da Nord ed Est, circa 50 realtà hanno così sottoscritto l’appello per chiedere lo stop all’uso delle armi, manifestando in contemporanea con la giornata di digiuno per la Pace indetta da Papa Francesco.
Presenti M5s, Alleanza Verdi e Sinistra, così come alcuni membri del Partito democratico, seppur senza un’adesione formale dei dem e ‘libertà di coscienza’ lasciata sulla partecipazione o meno alle piazze. Se a Roma erano presenti il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e il deputato di Avs e co portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli (mentre Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha partecipato alla manifestazione di Milano), non ha partecipato invece la segreteria dem Elly Schlein, a Mestre (Venezia) per un’iniziativa sul diritto alla casa.
Tra i dem erano invece presenti nella piazza romana il responsabile welfare ed iniziative politiche Marco Furfaro, il capodelegazione al Parlamento Ue Brando Benifei e la senatrice Susanna Camusso: “Le parole contestate del segretario Onu Guterres? Certo che sono condivisibili, al contrario ho letto ricostruzioni strane su problemi tra noi relativi alle prese di posizione dell’Onu, che in realtà non hanno mai preoccupato né il Pd né il Partito socialista europeo”, spiega l’ex sindacalista. “Non siamo divisi, il Pd è compatto per la soluzione ‘Due popoli, due Stati’. Tel Aviv sta rispettando il diritto internazionale? C’è sempre un limite da non oltrepassare, perché si passerebbe da giustizia a vendetta”, taglia corto invece Furfaro.
La segretaria dem, pur assente, ha comunque rivendicato la sintonia con la piazza: “Sono manifestazioni a tutela di tutti i civili, anche il Pd sta insistendo su questo. Bisogna fare ogni sforzo diplomatico e politico per far riprendere il processo di pace in Medio Oriente”. Eppure la scelta dem ha spiazzato le altre forze progressiste. “La piazza è questa, ognuno fa le sue valutazioni. Non entro in quelle altrui”, ha precisato Conte, che alla fiaccolata ha avuto modo di intrattenersi con il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Mentre da Milano Fratoianni ha spiegato di “non capire le ragioni di questa scelta”, in merito alla mancata adesione formale del Pd. Non c’erano, infine, Azione e Italia Viva.
“La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, rappresenta l’Italia e la nostra sensibilità tradizionale che è contro la violenza e contro qualsiasi spirale che porti alla morte e alla distruzione, per cui dovrebbe adoperarsi per poter parlare con tutte le parti in causa”, ha spiegato Conte. “Non sto parlando di Hamas e dei terroristi. Io mi riferisco alle legittime aspettative del popolo palestinese e mostro la massima solidarietà alle esigenze di sicurezza di Israele. Non si tratta di fare attivismo per la Palestina: noi siamo per due popoli e due Stati. Come ho detto alla Camera ‘riconosciamo il diritto all’esistenza di Israele e il diritto a difendere il proprio popolo’. Abbiamo condannato dal primo momento, senza se e senza ma, gli attacchi terroristici. Ma per colpa degli attacchi terroristici di Hamas non è vero che non dobbiamo riconoscere le legittime aspirazioni del popolo palestinese”, ha continuato. “Noi siamo qui per rivendicare che tutti rispettino il diritto umanitario e penale internazionale e che questo non sia sospeso, non sia calpestato e non ci rimettano le popolazioni civili”, ha concluso il leader M5s.
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