Una delle cose più divertenti del Pianeta Mare Film Festival riguarda un laboratorio in cui, sotto la guida di un regista e due montatori, studenti di corsi di laurea sulla natura e sul cinema progettano un filmato, fanno la sceneggiatura, le riprese e il montaggio in quattro giorni, con i loro smartphone. Il laboratorio si tiene durante il festival e i corti sono proiettati alla fine del festival.

Dato che ho un ego ipertrofico e neuroni specchio ancora attivi, mi son detto: lo so fare anche io. Così ho ideato un mini documentario di sette minuti. Lo trovate qui, si intitola “Gli animali più importanti”. Clara, l’intervistatrice, è austriaca; Lucille, la produttrice, è francese; Aschraf, l’operatore-regista-montatore è marocchino; io, italiano, ho fatto il soggetto. Clara, in via Toledo a Napoli, chiede alla gente per strada: quali sono gli animali più importanti del mondo? quali sono le piante più importanti del mondo? Poi chiede: e perché? Gli intervistati sono stati molti di più di quelli che vedrete, ma le risposte sono rappresentative. Ci sono bambini, adolescenti, adulti giovani e di età più avanzata. Il rapporto tra maschi e femmine è equilibrato.

Clara è stata cruciale per il successo dell’esperimento. Ricevere domande da una bella ragazza con accento esotico e molto sorridente predispone alla risposta. Provate a scrivere le risposte su un foglietto, ora, prima di continuare a leggere. Sono domande elementari.

Dopo i passanti arrivo io e do le risposte grazie a un’opera di Alberto Gennari che spiega “come funziona il mondo”. Ne spiego le varie sezioni e poi le collego. Questa seconda parte, la mia, è pessima: la rifaremo.

E ora rovino il finale rispondendo alle domande. Gli animali più importanti del mondo sono i copepodi. Le piante più importanti del mondo sono le diatomee. Non ho voluto inserire anche gli organismi più importanti del mondo perché sono certo che la domanda non sarebbe stata capita. La risposta è: i batteri. Che non sono né piante né animali. Ecco perché: l’oceano copre il 71% del pianeta, ma non è una superficie: è un volume con una profondità media di 3.500 m. Il volume oceanico è più del 90% dello spazio abitato dalla vita. Il pianeta, senza l’oceano, non vive: tutte le risposte “terrestri” sono errate. Il volume oceanico sembra abitato solo da animali. Ci sono alghe e piante vicino alla costa, fin dove penetra la luce, ma nelle vastità oceaniche non hanno molta rilevanza. Gli animali che vediamo (pesci, squali, rettili marini, mammiferi marini, molluschi, meduse etc.) sono tutti carnivori.

Dove sono gli erbivori? Dove sono le piante? I pesci, gli animali dominanti, iniziano i loro cicli biologici come piccole uova che diventano embrioni, larve e stadi giovanili. All’inizio della vita tutti i pesci mangiano piccoli crostacei planctonici, i copepodi. Poi i pesci crescono e si mangiano tra loro e sono mangiati da altri predatori, inclusi noi. Ma senza i copepodi dello zooplancton non potrebbero svilupparsi. I copepodi, di pochi millimetri, mangiano alghe unicellulari ancora più piccole, in gran parte diatomee. Sono loro le piante: il fitoplancton. Copepodi e diatomee non si vedono, sono microscopici, ma reggono le componenti ecosistemiche che vediamo nei documentari. Tutti gli organismi muoiono e sono decomposti dai batteri che, quindi, danno origine ai nutrienti che saranno usati dalle diatomee per risintetizzare nuova materia vivente. Dove c’è buio e non c’è fotosintesi, alcuni animali mangiano la pioggia di materia vivente in decomposizione che scende dalla zona illuminata, e altri animali li mangiano e si mangiano tra loro. I batteri, i decompositori, sono gli organismi più importanti del mondo.

Questa spiegazioncina ci dice “come funziona il mondo”: lo sapevate? Nella mia esperienza, a parte gli addetti ai lavori, nessuno sa come funziona il mondo, a dimostrare il fallimento dei sistemi di formazione e anche della documentaristica sulla natura. E si dimostra anche la necessità di una conversione ecologica come premessa alla transizione ecologica. Dobbiamo “transitare” da una cultura senza la natura ad una cultura con la natura: non basta metterla nella Costituzione. Un progettino non da poco. E si deve partire da sottozero. Molti hanno risposto “le api”, a dimostrare che alcune campagne hanno avuto successo. Ma nessuno ha saputo dire correttamente perché sono importanti.

Abbiamo sviluppato una cultura senza la natura e su questa abbiamo impostato l’economia e la società, come se potessero esistere al di fuori della natura. Non possono. A questo tipo di conoscenza non viene data alcuna importanza e non viene riconosciuta alcuna dignità. I documentari sulla natura intrattengono, non sono veicolo di cultura. Nei dibattiti seri non ci sono mai esperti di natura, sono relegati in programmi di intrattenimento naturalistico.

Abbiamo realizzato il nostro filmatino a costo zero, in due giorni di riprese e uno di montaggio. E ci siamo molto divertiti: Clara, Lucille a Aschraf sono formidabili. La tavola realizzata da Alberto Gennari ha richiesto più di quindici anni di elaborazione da parte sua e mia.

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