Sarebbe stata una seduta di ordinario tafferuglio parlamentare, a cui i più scafati sono abbondantemente assuefatti, se non fosse stato che ad assistere ai lavori c’erano degli ospiti d’eccezione: gli studenti della scuola media dell’istituto comprensivo “Falcone e Borsellino” di Roma. È accaduto ieri, nel corso della discussione sulla fiducia al Dl Caivano al Senato, dove Maurizio Gasparri si è esibito in un lungo show infarcito di insulti sparsi all’opposizione e all’immancabile Roberto Saviano.

Motivo dell’intemerata del senatore di Forza Italia è dato dai 340 emendamenti presentati dalle opposizioni sul Dl Caivano, fatto che, secondo Gasparri, è “una procedura pretestuosa di ostruzionismo“.
“Il governo fa bene a mettere la fiducia – tuona Gasparri, che dà dei ‘bugiardi’ ai colleghi dell’opposizione – perché la questione di Caivano è urgente, perché la legalità è urgente, molto più dei vostri giochetti pretestuosi in Aula. Non venite qui a dire bugie, leggetevi il decreto. Siete talmente impegnati ad abbaiare che non avete tempo di leggere“.

Il vicepresidente di turno, il leghista Gian Marco Centinaio, rimprovera non troppo convintamente il parlamentare, che rincara la dose: “In questo provvedimento ci sono interventi per le scuole e c’è il richiamo ai genitori, perché un genitore che sottrae il figlio alla scuola va punito severamente, non va incoraggiato come vorreste voi. Qualcun altro ha parlato di passerelle. Bugiardi! Si può dire? Voi vorreste risolvere i problemi di Caivano dando a quei ragazzi la droga“.

Poi menziona Vincenzo De Luca, don Maurizio Patriciello e don Antonio Coluccia: “Ma chi governava a Caivano? È del vostro partito, è dissidente, ma dal Pd viene. E allora scusatevi per l’inerzia del Pd e di De Luca che nulla hanno fatto per l’emergenza Caivano. Potremmo parlare anche di Gualtieri, che ha fatto il sindaco contro voglia e che – continua – dovrebbe occuparsi di altre periferie, Tor Bella Monaca e altrove. Vorrei ricordare che ci sono stati e ci sono i don Patriciello e i don Coluccia che fanno quello che i De Luca e i Gualtieri non fanno sul territorio. Invece don Vincenzo sta a Salerno o non so dove. È intento forse a designare parenti in giunte e Parlamenti”.

Gasparri cita poi lo scrittore Roberto Saviano: “Capisco che non avete letto il provvedimento, ma leggetelo. Dopodiché se non piace a Saviano, ce ne faremo una ragione. Ha detto che va via dall’Italia. Vorrà dire che resteremo in numero sufficiente per mandare avanti questo Paese. Io poi di questi partenti che alla fine restano in Italia ne leggo tanti: appena vince il centrodestra – prosegue – c’è un elenco di annunci e partenze. C’era Berlusconi, vado via; c’è la Meloni, vado via ancora prima. Poi però restano tutti qua e noi siamo contenti. Restino qua perché questo Paese è governato meglio e converrà anche a loro stare in Italia. Se poi vogliono andare via, ognuno è libero di farlo, tanto si muovono tutti: clandestini, turisti, italiani, stranieri”.

Esplodono le proteste dai banchi dell’opposizione e Gasparri rimprovera Centinaio per i mancati richiami. Il leghista poi confesserà in Aula che era troppo impegnato a ridere per la battuta del senatore di Forza Italia sui “partenti”.

Gasparri conclude citando la trasmissione Report e chiosando: “Questa è la legislatura della verità, della trasparenza e della legalità. Addirittura qualcuno diceva che non bisognava fare il provvedimento contro i ragazzi che vanno in giro, aizzati dalla camorra, a sparare con i mitra, cioè a fare la cosiddetta stesa. Qualcuno vuole la droga legale e la stesa tollerata. Noi siamo per la legge, l’ordine, l’educazione, la scuola, l’obbligo scolastico, la salute, lo sport e il coraggio che lo Stato deve avere. Chi vuole restare in Italia, resti, anzi faccia venire gli amici. E chi se ne vuole andare, vada“.

A fare da portavoce delle rimostranze delle opposizioni è la senatrice del M5s, Alessandra Maiorino, che, rivolgendosi a Centinaio, replica alle offese indiscriminate del senatore di Forza Italia: “In questo momento provo serie difficoltà a dover parlare di un tema così delicato, così doloroso, così profondamente sentito dopo il presidente Gasparri, che ha sostanzialmente dato dei cani e degli spacciatori all’opposizione. Gasparri – continua – si è detto esperto d’Aula, ma in realtà è esperto di insulti, sapendo di poterla passare liscia perché ha l’immunità parlamentare. Mi permetto allora di consigliare a Gasparri, come ha fatto il nostro senatore Scarpinato, di rinunciare all’immunità parlamentare. E poi vediamo se continua a essere così esperto di insulti”.

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