L’inchiesta del Fatto Quotidiano sui cachet d’oro di Vittorio Sgarbi ha prodotto un primo effetto: il sottosegretario alla Cultura è stato fatto fuori da Miss Italia. Sgarbi avrebbe dovuto presiedere la giuria del concorso, ma è stato scaricato da Fabio Petrella, deputato di Fratelli d’Italia: “Per lui Miss Italia finisce qui“, ha detto chiaro e tondo. Così, dopo essere stato smentito (e mollato) dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, diventa evidente anche l’ira del partito della premier Giorgia Meloni. Sgarbi ha incassato 300mila euro in 9 mesi per attività non consentite dalla legge, visto il suo ruolo al ministero.

Tra i prossimi impegni, l’11 novembre, Sgarbi avrebbe dovuto presiedere appunto la giuria per la finale di Miss Italia. L’ingaggio da 10mila euro per tre ore di “lavoro”, tutto spesato. “Una decina di giorni fa è stato invitato a farne parte. E, tuttora, attendiamo la sua risposta“, dicono ora gli organizzatori del concorso la cui edizione 2023, che torna dopo 13 anni a Salsomaggiore, è stata presentata oggi in una conferenza stampa a Montecitorio. Proprio alla Camera pero è arrivato l’annuncio diretto di Fabio Petrella. Che ha costretto Sgarbi a fare un passo indietro: “Alla lettura delle dichiarazioni fatte nel corso della conferenza stampa di oggi sono felice che le violente polemiche contro di me abbiano ottenuto il risultato di dimostrare la mia incompatibilità con Miss Italia. Faccio con onore il Sottosegretario, ma per fare il presidente di Miss Italia occorre almeno essere ministro”, ha replicato il critico d’arte. Che poi parlando a La Zanzara ha aggiunto: “Perchè dovrei dimettermi? Ho fatto solo il bene del patrimonio artistico italiano”.

“Lui era stato contattato per la sua capacità di interpretare e raccontare la bellezza, ma poi non abbiamo avuto notizia, penso quindi che non sia con noi”, ha spiegato, cauta, Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia. E in effetti il legame del critico con lo storico concorso, che per 41 anni, tra il 1950 e il 2010, si è sempre tenuto a Salsomaggiore, è sempre stato sullo sfondo. Nel 2000 era già stato arruolato dall’organizzazione per affidargli il compito di raccontare l’arte in tv attraverso i volti delle più celebri miss del passato. E lì se ne uscì con la “necessità di ribadire che Miss Italia non può essere una bellezza etnica” tanto da accostare la “regina” in carica alla Venere del Botticelli. Gli strascichi di quelle dichiarazioni si sono protratti per anni.

“È 50 anni che faccio queste cose. Eri a conoscenza della legge citata dal Fatto? Non esiste questa legge, fare una conferenza è come scrivere un libro. Quando scrive un libro Sangiuliano non ha i diritti? Che discorso è? Tutto assurdo“, ha poi detto Sgarbi intervenendo a La Zanzara su Radio 24. “Mi hanno chiesto delle incompatibilità, ho elencato i miei incarichi e nessuno mi ha chiesto di non fare uno spettacolo o di presentare un quadro. Non c’è incompatibilità. Sangiuliano si indigna? Penserà di non essere autore di libri, di non fare attività autonoma che invece fa”. Poi il sottosegretario ha attaccato ancora: “La legge parla di incompatibilità in materie affine. Tra un quadro di Parenzo e il Colosseo, non c’è incompatibilità”. “Meloni arrabbiata? Forse con lui (Sangiuliano), io non ho fatto niente. Oggi ho scoperto anche di essere incompatibile con Miss Italia, cosa c’entra col patrimonio artistico?”, ha commentato ancora Sgarbi.

“Un mio collaboratore traditore – ha proseguito – ha usato la mail di Nino Ippolito per mandare questa roba ai giornali e creare questo romanzo criminale che non esiste. Ho sempre lavorato e raccontato l’arte per tutta la vita, continuerò a farlo”. Quindi Sgarbi ha concluso: “Perché dovrei dimettermi? Ho fatto solo il bene del patrimonio artistico italiano. E’ una campagna per colpire un nemico, ma è un nemico che non c’è. Non sono preoccupato. Rimborsi? Ho la mia macchina, il mio autista, non ho mai chiesto un rimborso al Ministero. Prendono carte rubate da un computer in cui dice che chiedo rimborsi, ma non li ho chiesti. Il mio autista è pagato da me, la mia macchina pagata da me e la benzina anche”.

In serata, poi, il sottosegretario è intervenuto anche nella trasmissione ‘PiazzaPulità condotta su La7 da Corrado Formigli: “Ho parlato non Sangiuliano? Non gli ho parlato perché dopo che ho letto l’intervista, quello che poi non ha ripetuto, mi è sembrato totalmente estraneo a quello che so di lui – ha detto Sgarbi – Meloni? Entrambi attendono il giudizio dell’Antitrust in base al quale mi chiederanno di prendere delle valutazioni”.

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Sgarbi e i cachet d’oro, vox tra i deputati di centrodestra, tra fughe e imbarazzi: “Se ha violato le norme si deve dimettere”

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