Mattanza di daini in un agriturismo di Terre di Reno, nell’Alto Ferrarese: 12 esemplari sono stati uccisi a cornate da un maschio adulto e 3 a colpi d’arma da fuoco. Un episodio che ha scatenato l’indignazione del figlio del proprietario, che ha criticato il padre – per le condizioni in cui tiene gli animali nella struttura – e il coadiutore chiamato per risolvere la situazione che ha abbattuto 3 esemplari senza autorizzazione. La Procura estense ha aperto un’indagine per far luce sull’accaduto, in particolare per quanto riguarda i daini abbattuti a fucilate.

Secondo la ricostruzione de ll Resto del Carlino, il tutto è accaduto nel pomeriggio di giovedì 19 ottobre, intorno alle 16.30, quando un maschio adulto ha improvvisamente aggredito altri componenti del branco, tra cui alcuni cuccioli: 11 sono morti sotto i colpi delle sue corna, mentre un altro è deceduto in seguito per le ferite riportare. A quel punto il proprietario della struttura, dove erano custoditi venti daini, ha chiamato in soccorso un coadiutore che, armato di fucile, ha abbattuto l’esemplare responsabile dell’attacco insieme ad altri due maschi, senza però alcuna autorizzazione da parte del servizio veterinario.

A quel punto è scattata la richiesta di intervento: sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo Forestale e i veterinari dell’Asl, che hanno ascoltato tutte le persone presenti per capire la successione degli eventi. Per ricostruire la vicenda hanno dunque inoltrato una segnalazione alla Procura di Ferrara: il sostituto procuratore di turno, Andrea Maggioni, ha aperto un fascicolo per il reato di uccisione di animali, per il momento a carico di ignoti proprio in attesa di capire come si sono evoluti i fatti. Nel frattempo, 12 carcasse sono state avviate allo smaltimento, mentre 3 sono state trasferite all’Istituto Zooprofilattico per gli accertamenti medico-legali.

Ad avvertire i carabinieri è stato Alex Soncini, il figlio del titolare dell’agriturismo che non era presente al momento dei fatti. “E’ una strage annunciata. Sono disperato per quanto accaduto”, ha dichiarato. “Tutto questo poteva essere evitato se mio padre almeno mi avesse dato retta. Si è trattato di un errore umano, quando iniziano ad essere troppo numerosi in uno spazio ristretto, questi episodi possono capitare. Andava evitato e si poteva fare”. Insomma, secondo Soncini il primo colpevole sarebbe suo padre: “E’ da almeno cinque anni che gli ripeto che non si possono tenere tutti quegli animali in quelle condizioni”.

Immagine di repertorio

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