Mentre la paura dell’estremismo islamico arriva nel cuore dell’Europa, in Italia si cercano di bloccare le comunità musulmane, attraverso dei limiti alla possibilità di convertire immobili in luoghi di culto. È il caso della proposta di legge avanzata da Fratelli D’Italia che vuole correggere l’articolo 71 del codice del terzo settore. Secondo questa proposta, infatti, nell’ultimo decennio, si è registrata una “proliferazione” di associazioni di promozione sociali (APS) che hanno come funzione quella di “gestire luoghi di culto per comunità islamiche in immobili privi dei requisiti urbanistici, strutturali e di sicurezza, necessari per tale destinazione d’uso”.

Stando al testo della legge, una falla nel regolamento della costituzione delle Aps, permetterebbe di trasformare in maniera semplice delle associazioni in comunità religiose e molti gruppi islamici avrebbero in questo modo convertito immobili in luogo di culto. Questo codice, infatti, si legge nella proposta “è diventato il grimaldello utilizzato nelle comunità islamiche per insediarsi nel terreno italiano […] nella completa indifferenza delle istituzioni, in spregio alla legge”.

L’obiettivo è quello di impedire quanto accade, escludendo dal codice del terzo settore le attività di culto i cui rapporti con lo Stato non sono regolati, come invece accade per quelle cattoliche, regolate invece dall’articolo 8 dalla Costituzione. Se la proposta di modifica è arrivata lo scorso marzo è proprio adesso, nel momento tra i più delicati della storia della comunità islamica, che sono cominciate le audizioni alla ottava commissione della Camera dei deputati, cui partecipano associazioni ed enti del territorio, al fine di chiarire le posizioni: “Questo – scrive Michele Brignone della Fondazione Oasis – è una conseguenza dell’oggettiva difficoltà dei musulmani che vivono in Italia, a disporre di strutture formalmente adibite al culto”.

Nel documento scrive infatti di come sia “un’impresa ardua” in Italia costruire una moschea o convertire al culto islamico un locale già esistente. “Se approvato – si legge ancora – il disegno di legge avrebbe perciò l’effetto di privare i musulmani della possibilità di praticare collettivamente la propria religione”. Cambiando la legge, difatti, per i musulmani non ci sarebbe più la possibilità di avere luoghi di culto e questo lederebbe – secondo il documento che cita anche Papa Francesco – il diritto di tutti a praticare la propria religione. “È piuttosto necessario – si legge ancora – un intervento legislativo che assicuri non solo ai musulmani, ma ai fedeli di tutti le religioni la possibilità di disporre con procedure lineari e trasparenti di luoghi nei quali esercitare il proprio culto”. Contro il documento si sono schierate anche le opposizioni: “È un provvedimento chiaramente incostituzionale – scrive Angelo Bonelli, Verdi – su cui al Corte Costituzionale è intervenuta su analogo provvedimento della regione Lombardia che ha dichiarato incostituzionale per violazione dell’art.19 della Costituzione che sancisce la libertà di culto”. A chiedere le audizioni Marco Simiani del Pd, lo stesso Bonelli e Daniela Ruffino (Azione – Iv).

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