Alcuni cittadini extracomunitari, residenti in Italia, potranno continuare a iscriversi al Servizio sanitario nazionale versando “un contributo” di 2mila euro all’anno. La misura è prevista nella legge di Bilancio licenziata dal Consiglio dei ministri. A specificarlo è il ministero dell’Economia che spiega in una nota come per i “residenti stranieri cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea” si prevede la “possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, versando un contributo di 2.000 euro annui”. Si tratta di un adeguamento al rialzo per alcune categorie di stranieri del contributo da versare per curarsi in Italia. La quota riguarda i cittadini stranieri che volontariamente decidono di iscriversi nelle liste degli assistiti dall’Ssn e non riguarda i cittadini stranieri extracomunitari che sono iscritti obbligatoriamente al Ssn cioè quelli che soggiornano regolarmente in Italia con regolari attività di lavoro subordinato o autonomo, coloro che aspettano il permesso di soggiorno e i minori stranieri non accompagnati.

L’importo del contributo è ridotto, aggiunge il ministero guidato da Giorgetti, per “gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari”. Attualmente il Servizio sanitario nazionale è totalmente gratuito per tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia, mentre turisti, residenti per motivi di studio e “alla pari” possono usufruire delle prestazioni sanitarie urgenti e di elezione dietro pagamento delle relative tariffe regionali. In sostanza, la novità riguarda tutti gli extracomunitari che risiedono in Italia per lavoro, mentre la situazione resta simile – se non uguale – per chi si trasferisce nel Paese per motivi di studio.

L’aumento del contributo, che aggiorna una normativa del 1998, riguarda quindi gli stranieri che soggiornano regolarmente in Italia, per un periodo superiore a tre mesi, che non hanno diritto all’iscrizione obbligatoria, e sono tenuti ad assicurarsi contro il rischio di malattia, di infortunio e per maternità, mediante la stipula di una polizza assicurativa privata o con iscrizione volontaria al Ssn attraverso il pagamento di un contributo forfettario annuale. Fra questi compaiono anche il personale religioso, il personale diplomatico e consolare delle Rappresentanze estere operanti in Italia, i dipendenti stranieri di organizzazioni internazionali operanti in Italia, gli stranieri che partecipano a programmi di volontariato, i genitori ultra sessantacinquenni con ingresso in Italia per ricongiungimento familiare, dopo il 5 novembre 2008.

Per i residenti in Italia con permesso di soggiorno per motivi di studio, il contributo al Sistema sanitario nazionale passa dagli attuali 149 euro a 700 euro (+470%); per i cittadini collocati alla pari il contributo passa da 219 euro a 1.200 euro (+547%), si legge nella relazione tecnica visionata dall’agenzia Ansa. Per i lavoratori che intendono iscriversi volontariamente al Servizio sanitario nazionale il contributo era calcolato su un’aliquota del 7,50% fino ad un reddito pari a 20.658,28 euro e l’aliquota del 4% sugli importi eccedenti ai 20.658,28 e fino al limite dei 51.645,69 euro.

Nel pomeriggio, quando – a causa di una nota generica e per niente circostanziata del Mef – sembrava che la misura riguardasse tutti i cittadini extracomunitari, erano arrivate le proteste dalle opposizioni, dalla Cgil e dall’ordine dei medici, che ha ricordato: “L’articolo 32 della Costituzione tutela gli individui, oltre che la collettività. E sottolinea che le cure debbono essere gratuite per i poveri. Se gli stranieri extracomunitari sono nullatenenti devono essere assistiti gratuitamente: non si parla di cittadini ma di individui. E a mio parere, quindi, il diritto alla salute deve essere garantito comunque a chi non può pagare”. Anelli sottolinea di non avere “obiezioni per chi può permettersi di pagare questa cifra” ma “diverso è per chi è povero”.

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