Un allarme scattato quando ormai la donna era già morta per le 15 coltellate inflitte dall’ex marito. Anche questo particolare dovrà essere probabilmente chiarito dagli inquirenti che indagano sul femminicidio di Concetta Marruocco. Il braccialetto elettronico applicato a Franco Panariello, il 55enne arrestato per avere ucciso a coltellate la moglie, da cui si stava separando, non avrebbe funzionato come doveva. E che non funzionasse bene lo ha raccontato anche l’indagato. Per due volte sarebbe scattato un allarme, quando non ce ne erano erano le condizioni ha spiegato lo stesso Panariello, durante l’udienza di convalida, rispondendo alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona Sonia Piermartini.

L’uomo, assistito dall’avvocato Ruggero Benvenuto, sottoposto a divieto di allontanamento e già sotto processo per maltrattamenti in famiglia alla moglie e alla figlia minorenne, ha raccontato di avere segnalato il malfunzionamento alle forze dell’ordine. Da lì sarebbe stato disposto un accertamento tecnico sul dispositivo. Oggi Panariello ha confermato sostanzialmente i fatti raccontati nella confessione resa ai carabinieri di Cerreto d’Esi poche ore dopo il femminicidio, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato.

La gip si è riservata la decisione. Panariello è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dal rapporto di parentela. La procura di Ancona, rappresentata dal sostituto procuratore Paolo Gubinelli, sta valutando due ulteriori aggravanti legate a maltrattamenti in famiglia e all’avere commesso il delitto di fronte alla figlia minorenne. Si procede invece separatamente per porto di arma atta ad offendere (il coltello usato per colpire Concetta). In corso in queste ore l’autopsia sul corpo della donna, affidata dalla Procura al medico legale Francesco Busardò.

Sia la vittima che la figlia 16enne avevano a disposizione un telecomandino dotato di gps e collegato al braccialetto elettronico che il gip aveva imposto a Panariello, insieme al divieto di avvicinamento alle vittime e all’obbligo di allontanarsi dalla casa familiare, tanto da obbligare l’uomo a trasferirsi a Fabriano. Il telecomando delle vittime si sarebbe dovuto azionare con un allarme nel caso il 55enne si fosse avvicinato a loro a una distanza inferiore ai 200 metri. Si sarebbe attivato un solo dispositivo, quando la donna era già morta

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