All’interno della Juventus qualcuno poteva sapere delle scommesse di Nicolò Fagioli. Tra le carte della Procura di Torino, infatti, spunta anche il nome di Leonardo Bonucci e almeno di una terza persona: non un calciatore, ma un membro dello staff tecnico di Max Allegri. Agli atti dell’inchiesta che sta travolgendo il mondo della pallone, stando a quanto riportano Repubblica e La Gazzetta dello Sport, ci sarebbe anche una chat tra Fagioli e Bonucci in cui i due dialogano di scommesse. Il difensore, passato in estate dalla Juventus all’Hertha Berlino, potenzialmente quindi sarebbe stato a conoscenza delle puntato del suo giovane collega 22enne. E non sarebbe stato il solo all’interno del mondo bianconero: su questo è in corso un approfondimento di indagine da parte degli inquirenti.

Fagioli è il caso zero dello scandalo scommesse. A lui i pm torinese erano arrivati già a maggio, dopo aver trovato il suo nominativo nella “contabilità” di una piattaforma illegale di scommesse online. Il centrocampista bianconero ha ammesso la sua ludopatia e ha deciso di collaborare. Dall’analisi del suo cellulare l’inchiesta, che era cominciata già nel 2022 per sgominare i siti illegali usati dalla criminalità organizzata per riciclare denaro, si è allargata al mondo del pallone. Dopo le accuse di Fabrizio Corona rivolte direttamente alla Juventus, il club in una nota del 13 ottobre ha chiarito che “non appena ricevuto notizia di un possibile coinvolgimento del proprio tesserato Nicolò Fagioli sul tema delle scommesse”, la società “ha immediatamente e tempestivamente preso contatto con la Procura Federale della Figc”. Una versione ribadita dal direttore sportivo della Juventus, Cristiano Giuntoli, al Festival dello Sport di Trento: “Avvertimmo illo tempore la Procura Federale, il giocatore con i suoi avvocati si è messo subito a disposizione”.

Nessuna di queste affermazioni al momento viene smentita da quanto emerso sull’inchiesta di Torino. Dagli atti emergerebbero però il sospetto che qualcuno all’interno dell’ambiente Juve sapesse delle scommesse di Fagioli. Non c’è ad oggi nessuna prova che Bonucci scommettesse, ma ci sono le conversazioni tra i due sul tema. E ci sono gli accertamenti in corso su altri tesserati bianconeri, come un membro dello staff. Tutto materiale che interessa soprattutto alla Procura Figc: sapere che un calciatore scommette sulle partite e non denunciarlo può infatti portare a una squalifica. “I soggetti dell’ordinamento federale, i dirigenti, i soci e i tesserati delle società che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi 1 e 2”, tra cui le puntate sul calcio appunto, “hanno l’obbligo di informarne, senza indugio, la Procura federale”. Questo prevede il Codice di giustizia sportiva al comma 5 dell’articolo 24.

Se le indiscrezioni rivelate da Repubblica e Gazzetta venissero confermate, Bonucci e altri all’interno del club bianconero rischiano. Lo stesso articolo 24 comma 5 recita: “Il mancato adempimento di tale obbligo comporta la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a sei mesi e dell’ammenda non inferiore a 15mila euro“. L’eventuale omertà sul caso Fagioli, insomma, può costare caro. E i precedenti non mancano: Antonio Conte ricevette una squalifica di 10 mesi (poi ridotta a 4 dal Tribunale nazionale di arbitro dello Sport) proprio per omessa denuncia – nell’ambito dell’inchiesta sul Calcioscommesse – relativa ai match Novara-Siena del primo maggio 2011 e Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011. All’epoca Conte sedeva appunto sulla panchina del Siena, ma dovette scontare la squalifica mentre era già allenatore della Juventus.

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