Olmo attraversò il piazzale. Contro un albero, la cicca tra le labbra, le mani affondate nelle tasche del paletot, c’era un uomo. Aveva i capelli bianchi e la pancia prominente, e Olmo stentò a riconoscerlo. Dov’era il guerriero d’un tempo? «Oh, Bortolo!» lo chiamò. Quello sputò la cicca e si tirò in piedi, come per ricomporsi. «Comandante.» Olmo era uno che metteva soggezione, alto ed elegante, odorava di sapone anche nei giorni feriali.

Olmo è il protagonista del libro di William Raineri Chi porta le ombre, edizioni Sam.
La vicenda è ambientata tra le nebbie novembrine di Mugno in Val Tiberina (luoghi inventati) nel bresciano, con pagine al presente (siamo negli anni Cinquanta) e pagine di un passato vicino e doloroso (partigiani e nazisti che si scannano, sulle Prealpi).

Il punto di forza del giallo storico di William Raineri è il protagonista, “tratteggiato” a tinte forti. Il nome, Olmo, un nome potente, un po’ come l’Olmo interpretato da Daperdiau in “Novecento” di Bernardo Bertolucci. È un eroe bello e tormentato, vive con la madre (bella figura di donna forte, sempre in pena per il figlio), fa fatica a tessere relazioni amorose, non s’affanna certo a trovare lavoro e così vive di espedienti, alla giornata. A Olmo infatti il futuro non sembra interessare. Quando “cavalva” la sua Guzzi si porta appresso fantasmi e sensi di colpa, tanti sensi di colpa: per il padre, per un perduto amore, per i compagni caduti in montagna.

Insomma, l’ombra del passato partigiano – quando lui, Benito Pietra, ex ufficiale degli Alpini veniva chiamato il Comandante Olmo – lo perseguita.

Ma ecco che tra povertà e zuppe unte e povere e incontri di pugilato tra ciccioni, appare sulla scena un comandante dei carabinieri venuto da sud, il tenente Enrico Carraro, che si mette a indagare su alcuni strani suicidi che… puzzano di olio di ricino. È un bel personaggio Carraro: un po’ scanzonato, goloso di caramelle al rabarbaro, ama scrivere lettere a una misteriosa sorella. Indagando, s’imbatterà in Olmo e nei suoi fantasmi.

Un libro con una bella scrittura, elegante, con la figura di Olmo che domina e, sullo sfondo, due scenografie: gli anni del Dopoguerra e i flashback di una lotta partigiana con le sue luci, le sue ombre e, anche, un grande amore, raccontato in poche ma intense e delicate pagine.

Per William Raineri, che di professione fa il disegnatore e progettista di brand, è il libro d’esordio.

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