Era a Mar-a-Lago e stava conversando con alcuni membri del suo esclusivo resort, quando avrebbe rivelato a un miliardario australiano informazioni potenzialmente segrete sui sottomarini nucleari statunitensi. La nuova accusa nei confronti di Donald Trump viene riportata da Abcnews, che ha citato fonti informate in merito all’inchiesta sui documenti classificati portati via dalla Casa Bianca. Tale inchiesta vede il tycoon accusato di aver trasferito nella sua residenza in Florida, dopo aver lasciato la presidenza, decine di documenti riservati e top secret, ostacolando poi i tentativi del governo di riottenerli e violando dunque il Presidential Records Act. Ecco, le nuove accuse nei confronti di Trump potrebbero confermare una presunta tendenza dell’ex presidente a gestire in modo incauto le informazioni riservate, anche se non sembra che il tycoon abbia mostrato al magnate australiano i documenti in suo possesso.

Il tutto nasce dal racconto di Anthony Pratt, un uomo d’affari australiano con interessi negli Stati Uniti: lì è alla guida delle Pratt Industries, una delle società di packaging più grandi al mondo. Nel 2023 Pratt è stato interrogato dall’Fbi e dai procuratori per ben due volte. Il miliardario, amico di Trump e membro del club di golf di Mar-a-Lago, ha raccontato agli inquirenti di un colloquio avuto con l’ex presidente nell’aprile del 2021: in quell’occasione, gli avrebbe posto delle domande sulla flotta dei sottomarini statunitensi, precisando di esser convinto che l’Australia avrebbe dovuto cominciare ad acquistarli. A quel punto il tycoon si sarebbe entusiasmato, “sporgendosi” verso il miliardario per parlargli in modo riservato: gli avrebbe quindi rivelato il numero esatto di testate nucleari che possono portare e la distanza da un sottomarino russo che possono mantenere prima che la loro presenza venga rilevata. Pratt avrebbe poi condiviso tali informazioni con almeno 45 persone: tra di loro, 10 membri del governo australiano, 3 ex primi ministri e 6 giornalisti.

Quello stesso anno, nel mese di settembre, l’Australia cancellò un grande contratto di acquisto di sottomarini con la Francia, annunciando un piano di cooperazione politico-militare con Stati Uniti e Regno Unito, il patto Aukus. Questo portò poi all’accordo, finalizzato nel marzo del 2023 in un vertice a tre a San Diego, per la fornitura a Canberra di sottomarini a propulsione nucleare statunitensi. Come riporta Abcnews, alcuni dei funzionari australiani cui Pratt riferì le informazioni ricevute da Trump erano coinvolti proprio nei negoziati sui sottomarini nucleari. Come se tali informazioni avessero avuto un’influenza diretta nella decisione di Canberra di sottoscrivere l’accordo con Washington anziché con Parigi. Certo, non è detto che quanto riferito da Trump corrisponda al vero, ma gli investigatori hanno comunque esortato Pratt a non rivelare a nessun altro quanto riferitogli dal tycoon.

Pratt è un grande amico e alleato di Trump. I due si sono incontrati circa 10 volte negli ultimi anni. A Mar-a-Lago, dove il miliardario australiano è diventato membro del club di golf dopo la vittoria nelle elezioni del 2016. E alla Casa Bianca, dove si è recato nel 2018 in occasione della visita del premier australiano. Durante la presidenza Trump, Pratt si è poi impegnato a investire 2 miliardi di dollari nell’industria manifatturiera degli Stati Uniti. “Non avrei investito in questa fabbrica”, ha dichiarato il magnate australiano, “se non fosse stato per la vittoria del presidente Trump che ci ha dato un’enorme fiducia negli investimenti negli Usa”. Il miliardario pronunciò queste parole nel 2019, durante la cerimonia di inaugurazione di una fabbrica in Ohio. Cerimonia cui partecipò, guarda caso, proprio il suo amico Donald Trump.

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