Il Pd vuole “opporsi ad ogni tentativo di riscrittura della storia. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte“. A rivendicarlo è stata la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, nel corso del suo intervento in conferenza stampa alla Camera, presentando due proposte di legge dei democratici, insieme all’Anpi, contro la propaganda dell’ideologia fascista e contro la scelta di intitolare strade e luoghi pubblici a chi si richiama all’ideologia del Ventennio. “Sono passi avanti importanti quelli proposti da queste proposte legislative, necessarie per fare i conti fino in fondo con la nostra storia”, ha aggiunto Schlein, ricordando come sia “la nostra stessa Costituzione a essere antifascista”: “Troppo a lungo sono stati sottovalutati i rischi di un processo di normalizzazione che produce danni enormi”. E ancora: “Quando si cerca di negare il diritto stesso all’esistenza di persone o di interi gruppi non è un’opinione, è un reato. E bisogna avere il coraggio di dirlo e di ribadirlo”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato diversi esponenti dem, da Walter Verini al primo firmatario alla Camera, Andrea De Maria, ma anche esponenti di altri partiti, come il deputato e segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. A sostenere i ddl presentati dal Pd, è stato precisato, anche senatori M5s, di Italia Viva, Autonomie, Alleanza Verdi Sinistra. Ma ora la sfida è rivolto alle forze di governo: “Dobbiamo sfidare questa destra, non solo Meloni ma anche i vertici delle istituzioni: si sta dalla parte dei principi democratici o no?”, hanno incalzato Walter Verini e il responsabile ‘Informazione, cultura, culture e memoria’ della segreteria Pd Sandro Ruotolo. “Cercheremo di calendarizzare le proposte al più presto“, ha aggiunto De Maria. Al di là del valore simbolico, la strada però è a dir poco stretta, anche perché è chiaro che i numeri in Aula non ci sono: “La destra dirà che siamo ripartiti in vista delle Europee a rievocare ‘il pericolo fascista‘? Questa non è campagna elettorale, chiediamo alla premier e alla maggioranza di appoggiare queste leggi”, ha replicato Ruotolo.
Fu dopo l’assalto neofascista alla sede della Cgil del 9 ottobre 2021, che però i dem – che facevano parte del governo Draghi – non andarono a fondo nella richiesta di scioglimento di gruppi come Forza Nuova e Casapound, limitandosi all’approvazione in Aula di un odg unitario insieme a Leu, Psi, M5s, Iv e Autonomie, tutt’altro che vincolante. Si limitava a chiedere all’esecutivo di “valutare le modalità per lo scioglimento” (fu approvata anche la mozione “alternativa” del centrodestra che impegnava il governo a “contrastare tutte – nessuna esclusa – le realtà eversive”, senza riferimenti al neofascismo, ndr). Una richiesta che venne poi archiviata e dimenticata dall’allora governo Draghi.
Ora, due anni dopo, i dem ci riprovano, senza però il sostegno dei numeri: “Quello era un governo di emergenza, ma con il Pd e non solo la battaglia l’avevamo fatta”, si giustifica e taglia corto Ruotolo. Invitando Meloni a scegliere “da che parte stare”. “Anche Forza Italia deve esprimersi: se si crede liberale non può non appoggiare queste proposte”, ha concluso Gianfranco Pagliarulo, presidente Anpi.
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