“Adesso non ci sono più scuse”. Matteo Salvini lancia la palla nel campo dei sindaci delle grandi città nel corso del question time alla Camera parlando delle nuove licenze per i taxi alle quali il governo ha dato l’ok: “Nessun Comune ha ancora pubblicato i bandi per le licenze incrementali dei taxi, abbiamo dato la possibilità ai Comuni di aumentare fino al 20% le licenze – ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture – A questo punto spetta ai sindaci, attendo di capire cosa voglia fare il sindaco di Roma, visto che qui c’è un’evidente carenza di mezzi pubblici in servizio”. Ma proprio Roberto Gualtieri, tirato in ballo dal vicepremier, contrattacca definendo il decreto “fatto male e inutilizzabile. Se usassimo questa procedura nuova perderemmo tutti i soldi che vanno ai Comuni per la gestione amministrativa delle licenze. Ci hanno tenuto fermi due mesi per fare delle norme che non servono a niente“.

Il sindaco del Pd, che amministra una delle città più problematiche dal punto di vista della reperibilità dei taxi, motiva così le sue affermazioni: “Nel 2023 c’è stato un boom di turisti, mentre il numero di taxi è rimasto uguale – aggiunge – Tutti noi sindaci ci siamo attivati per aumentare le licenze. Abbiamo chiesto aiuto al governo e il governo ci ha detto ‘vi aiutiamo noi’ perché c’è una procedura complessa per le licenze. Noi allora abbiamo avviato uno studio sul fabbisogno di licenze. Il governo a un certo punto ci ha detto ‘fermi tutti, facciamo un decreto per aiutarvi ad avere più licenze e per fare prima‘. Noi abbiamo detto ‘benissimo’”. Ma alla fine, ha concluso, il decreto, per via della necessità di porre la fiducia e con la bocciatura degli emendamenti “che potevano essere utili”, si è rivelato a suo dire “inutilizzabile”.

Venerdì partirà comunque l’iter tecnico per l’aumento delle licenze dei taxi a Roma. “C’eravamo fermati per via delle norme nuove attese dal governo che però non si possono usare – conclude Gualtieri – Ci vorranno dei mesi, ma abbiamo deciso di farlo e lo faremo”. Gli risponde però il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo il quale “sui taxi il sindaco Gualtieri non deve accampare scuse. Se avesse voluto utilizzare la normativa in vigore avrebbe potuto farlo nei due anni trascorsi da quando si è insediato al Campidoglio, mentre la situazione degenerava. Se avesse voluto migliorarla avrebbe potuto farlo da ministro dell’Economia nel governo delle sinistre, due anni prima. Ha avuto quattro anni per agire, da sindaco e da ministro, ma non ha fatto nulla”.

Più cauta e attendista la posizione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che promette: “Se la legge è cambiata, il Comune agirà. Al di là delle dichiarazioni del ministro Matteo Salvini, io non ho ancora visto un decreto legge che vada in quella direzione, e va bene. Ma quello che abbiamo pensato sino a stamattina è che dobbiamo attendere l’autorizzazione della Regione. Non è più così perché la legge è cambiata? Io francamente non lo so. Se sarà così bene, noi agiremo. Io ho detto che abbiamo bisogno di più taxi, se siamo noi nella possibilità cercheremo senz’altro di farlo. Se la legge è cambiata ben venga, ma noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale“.

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