Continua il tira e molla del gruppo Marelli sulla chiusura dello storico stabilimento di Crevalcore che rischi di lasciare a casa 230 persone. Dopo il tavolo al ministero del made in Italy con i sindacati “l’azienda ha condiviso la proposta del ministro Urso al fine di lavorare a un tavolo congiunto con il governo, la regione Emilia-Romagna e le parti sociali, per l’identificazione di una soluzione che preservi la continuità industriale del sito di Crevalcore”. La procedura di chiusura è stata dunque sospesa. Marelli ha annunciato inoltre di aver dato mandato ad un advisor per individuare possibili acquirenti per favorire l’operazione di reindustrializzazione del sito.

“La Fiom ha chiesto, insieme alle altre organizzazioni sindacali, il ritiro della procedura per l’apertura di una discussione per il rilancio industriale dello stabilimento di Crevalcore che garantisca continuità occupazionale e produttiva. L’azienda ha affermato di non voler ritirare, ma sospendere la procedura a tempo indeterminato, in attesa di ricercare e valutare piani di riconversione in grado di mantenere il sito industriale e l’occupazione”, affermano Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Simone Selmi, segretario generale Fiom-Cgil di Bologna. “La sospensione a tempo indeterminato della procedura di chiusura dello stabilimento è un primo importante risultato, frutto anche della mobilitazione dei lavoratori di tutto il gruppo, ma non sufficiente. La vertenza è tutt’altro che risolta. La mobilitazione prosegue”, affermano i due esponenti sindacali. Al tavolo su Magneti Marelli “mi aspetto, anzi ho lavorato perché e mi auguro che riusciremo ad evitare la chiusura dello stabilimento di Crevalcore”. ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al Festival delle Regioni dove definisce la fabbrica bolognese un “sito industriale di avanguardia, importante non solo per il tessuto produttivo dell’Emilia Romagna, per la filiera dell’auto italiana ma io dico per l’industria italiana”.

“La determinazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Crevalcore ha ottenuto un primo risultato: la Marelli ha accettato di sospendere a tempo indeterminato la procedura di cessazione delle attività. Questa è una novità positiva, anche se avremmo voluto che quella procedura venisse revocata”, commenta Matteo Lepore, sindaco di Bologna. Ceduta da Fiat nel 2018 per 5,8 miliardi di euro, Marelli è oggi controllata dal ricco colosso statunitense del private equity Kkr, società già presente in Italia e possibile acquirente della rete Telecom. L’acquisizione, come tipico per questi gruppi, è avvenuta attraverso un’operazione di leveraged buyput, ossia i soldi presi a prestito per l’acquisizione sono stati poi riversati sul bilancio dell’azienda comprata che quindi deve sopportare il fardello del debito e degli interessi. Ciò drena risorse poiché una parte dei ricavi deve essere destinata al servizio del debito piuttosto che ad investimenti e ammodernamento degli impianti. La chiusura di Crevalcore è stata motivato con il fatto che lo stabilimento produce componenti prevalentemente per motori endotermici e non per le nuove vetture elettriche.

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