Tre morti sul lavoro in meno di 24 ore. Un uomo di 60 anni forse colto da un malore mentre stava ristrutturando un’abitazione in provincia dell’Aquila. Un giovane di 24 anni travolto da un trattore mentre raccoglieva la legna non distante da Latina. Un operaio 39enne caduto dal tetto di un capannone nel Pavese. Quelle del 29 settembre sono le ennesime morti bianche con cui l’Italia fa i conti ormai quasi quotidianamente. Tragedie che peraltro arrivano nello stesso giorno dei funerali di Giuseppe Servillo, uno dei cinque operai travolti e uccisi da un treno, a Brandizzo, lo scorso agosto.

A Raiano, in provincia dell’Aquila, a perdere la vita è stato Massimo Ferrara, 60enne residente nella vicina Pratola Peligna. L’uomo stava lavorando nella ristrutturazione di un’abitazione, situata in viale Mazzini 46, quando si sarebbe accasciato improvvisamente davanti ai colleghi, probabilmente vittima di un malore improvviso. Stando a una prima diagnosi, il decesso sarebbe dovuto a un infarto fulminante. Il sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona, Edoardo Mariotti, ha ordinato l’autopsia, che sarà eseguita dal medico reperibile Asl. Ai carabinieri ha invece affidato, a titolo precauzionale, tutti gli accertamenti sul cantiere e sulla documentazione, per confermare o smentire la causa del decesso.

Aveva invece 24 anni Ludovico Passeri, il giovane travolto dal proprio trattore mentre tagliava e trasportava la legna in un bosco vicino a Priverno, in località Boschetto, non distante da Latina. L’incidente è avvenuto nella tarda mattinata e la vittima sarebbe morta sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, gli ispettori del dipartimento di prevenzione dell’Asl, i soccorsi del 118 e i vigili del fuoco, i quali hanno recuperato il corpo del ragazzo. Le ricostruzioni sono state affidate ai carabinieri, coordinati dal comandante Maurizio Colorito. Al momento l’ipotesi più probabile è che il mezzo si sia ribaltato passando su una parte di terreno particolarmente scosceso.

Infine, un operaio di 39 anni è precipitato da un’altezza di circa dieci metri mentre era al lavoro in un capannone a Castello d’Agogna, in provincia di Pavia. L’uomo, originario del Marocco e residente in Veneto, era dipendente di una ditta esterna che stava effettuando un intervento di sostituzione sugli abbaini del capannone, situato in via Pascoli 2, di proprietà della Gestioni Industriali srl, azienda che si occupa di rigenerazione del cuoio. L’infortunio si è verificato intorno alle 10.40. Trovato con traumi multipli e in arresto cardiocircolatorio, l’operaio è stato soccorso dall’elicottero del 118 di Milano. Trasferito poi in codice rosso al policlinico San Matteo di Pavia, è deceduto qualche ora dopo. Sul luogo sono intervenuti i carabinieri di Vigevano e i tecnici di Ats Pavia che si occupano di sicurezza sul lavoro: saranno loro a eseguire gli accertamenti del caso, per ricostruire dinamica e cause dell’incidente.

Articolo Precedente

Migliorare la condizione degli specializzandi è un passo decisivo per rilanciare il Ssn

next
Articolo Successivo

Operaio di 48 anni muore schiacciato in una cava di Spresiano (Treviso). Uil: “Considerare le morti sul lavoro come omicidi”

next