Maggiori controlli e accertamenti sull’età dei minori ed espulsioni più facili, anche per chi vive in Italia da diversi anni. L’annunciata stretta sui migranti, che sui provvedimenti riguardanti gli under 18 era stata bocciata dalla Garante dell’Infanzia e aveva destato preoccupazione nella Cei, è arrivata. Il Consiglio dei ministri terminato nella serata di mercoledì ha infatti partorito il testo del nuovo decreto migranti, considerato urgente per l’impennata di sbarchi registrati nelle ultime settimane sulle coste di Lampedusa.

A dare l’annuncio delle decisioni prese dall’esecutivo di Giorgia Meloni è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha dedicato una buona parte del suo annuncio in conferenza stampa proprio al tema più delicato: quello della gestione dei minori non accompagnati. E il primo punto è quello dell’accoglienza provvisoria di chi ha almeno 16 anni che, secondo il documento approvato dal Cdm, in casi eccezionali potrebbe essere tenuto nei centri di accoglienza per adulti. Sui minori “non deroghiamo alle tutele – vuole puntualizzare il ministro – Semplicemente viene previsto che in caso di rilevante afflusso e indisponibilità di strutture, il prefetto possa disporre la permanenza provvisoria per un periodo non superiore a 90 giorni” nei centri ordinari, ma “non vengono meno le tutele ed il trattamento differenziato per il sedicente minore”.

E proprio sul termine “sedicente” si basa invece un altro punto approvato dal governo, ossia quello degli accertamenti sanitari che possono essere svolti sui giovani che si dichiareranno minori non accompagnati. Come spiega Piantedosi, il decreto prevede la possibilità di svolgere più rapidamente gli accertamenti per verificare l’età del minore straniero non accompagnato che verranno autorizzati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, anche attraverso esami radiografici. Se l’età dichiarata non corrisponde al vero, lo straniero è condannato per falsa attestazione che potrebbe portare direttamente all’espulsione.

Se il ministro sottolinea che “nessun minorenne può essere espulso”, come prevedono le leggi in tema di tutela dei diritti dei minori, diversa è la questione per coloro che hanno più di 18 anni. E anche su questo si nota una stretta: “Il decreto interviene in materia di espulsione di soggetti pericolosi prevedendo una rifinitura della normativa – ha spiegato – Per quanto riguarda i lungo soggiornanti viene precisato che l’espulsione in caso di gravi motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato possa essere decretata dal ministro dell’Interno”. Quando però gli viene domandato come il governo abbia intenzione di attuare le espulsioni promesse dato che fino ad oggi i numeri molto bassi parlano di una continuità col passato, Piantedosi risponde: “Quella sulle espulsioni è una sfida che ci siamo posti e che vogliamo portare a termine”. E passa poi a rivendicare gli accordi con Egitto e Tunisia, nonostante il Paese del presidente Kais Saied, anche dopo il primo stanziamento di fondi Ue da 127 milioni di euro, rimane il primo per numero di partenze e non sta attuando il blocco richiesto da Roma e Bruxelles, rendendo di fatto nulla, almeno al momento, l’intesa con l’altra sponda del Mediterraneo. E chiude dicendo che “già quest’anno, a legislazione vigente, registriamo il 20-30% in più di espulsioni rispetto allo scorso anno. L’espansione della rete dei Cpr è fondamentale, c’è bisogno di strutture di trattenimento dove finiscono persone che hanno condizioni di pericolosità convalidate dall’autorità giudiziaria. Abbiamo 4 anni di lavoro davanti e confidiamo che i numeri delle espulsioni saranno crescenti”.

Altro punto sul tavolo del governo è quello dei diritti delle donne migranti. E su questo punto, in controtendenza con la stretta generale, il governo ha deciso di allargare le maglie: “La condizione di vulnerabilità viene estesa a tutte le donne. Non viene meno quella per le donne incinte, viene esteso a tutte le altre lo stesso trattamento”, ha detto Piantedosi. Finora, infatti, solo le donne in stato di gravidanza o le madri con minori venivano inserite subito nel sistema di accoglienza di secondo livello, per tutte le altre la normativa prevedeva lo stesso identico trattamento degli uomini adulti.

C’è poi il tema delle domande di protezione reiterate. Il nuovo giro di vite deciso dal governo prevede che se lo straniero presenta una nuova domanda durante l’esecuzione di un provvedimento di espulsione, il presidente della commissione territoriale, in composizione monocratica, valuta preliminarmente e immediatamente l’eventuale inammissibilità della domanda reiterata di protezione internazionale.

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