Due minorenni si sono costituiti alle forze dell’ordine, confessando di essere coinvolti nel pestaggio di Gabriele Ferrari. Il 19enne era stato picchiato lo scorso 24 settembre in piazza Cesare Battisti, ad Anzio, a una sessantina di chilometri da Roma: tre giovani lo avevano massacrato di botte dopo che aveva urlato loro di non correre troppo con l’auto, perché altrimenti avrebbero rischiato di investire chi aspettava l’autobus alla fermata. Dopo il fermo di due aggressori (due gemelli di 20 anni nati in Italia da genitori serbo-bosniaci), la polizia era ancora sulle tracce della terza persona – un minorenne italiano – che quel giorno era a bordo della vettura. Come si legge su Repubblica, sono però due i giovani che si sono presentati alla polizia e ai carabinieri per costituirsi, uno da solo, uno accompagnato dai genitori: entrambi 17enni, entrambi italiani, ma uno di loro di origini pakistane. Insomma, la polizia è riuscita a identificare il terzo presunto complice, ma è spuntata a sorpresa una quarta persona. Il sospetto degli inquirenti è che quest’ultimo si sia recato dalle forze dell’ordine solo per scagionare uno dei due gemelli, fattispecie che porterebbe a una denuncia per favoreggiamento. Nei confronti dell’altro è invece scattata una denuncia per tentato omicidio.

Ancora ricoverato all’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno, Gabriele Ferrari ha detto di non conoscere le persone che sono scese dalla Panda grigia e lo hanno picchiato. “Quella macchina girava in tondo sulla piazza”, si legge sul Corriere della Sera, “all’improvviso in tre sono scesi e mi sono venuti addosso: ricordo solo che mi hanno dato un pugno. E mi sono risvegliato sull’ambulanza”. Un’aggressione brutale, a detta dei testimoni, che però poteva portare a conseguenze ben peggiori. Le condizioni di salute di Gabriele sono invece in miglioramento e il giovane non è in pericolo di vita. Per il momento è ancora trattenuto in osservazione: come si legge sul referto medico, il 19enne ha riportato un trauma cranico, un edema polmonare dovuto a una forte contusione al petto, e lesioni ai piedi. Nelle prossime ore potrebbe essere sentito dalla polizia, coordinata dalla procura di Velletri. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche alcuni video: quelli girati dalle telecamere di sicurezza, e poi un video che avrebbe girato lo stesso Gabriele, con il suo cellulare, prima di cadere a terra.

Visionando i filmati e sentendo la testimonianza del 19enne, gli inquirenti cercheranno di identificare il proprietario del coltello a serramanico trovato vicino al corpo di Gabriele, sull’asfalto di via 22 Gennaio. Soprattutto, cercheranno di accertare le precise responsabilità dei due giovani che si sono costituiti. E ancora, tenteranno di identificare gli spostamenti dell’auto a bordo della quale i tre sfrecciavano nel centro di Anzio. Si tratta di una Panda grigia presa a noleggio il cui contratto di affitto sarebbe intestato a una società. Insieme ai precedenti per droga dei primi due giovani fermati, questo particolare potrebbe allargare le indagini ai clan criminali e agli ambienti dello spaccio di sostanze stupefacenti. In effetti, l’aggressione è avvenuta in un’area permeata dalla criminalità: un anno fa le amministrazioni comunali del territorio erano state sciolte proprio per infiltrazioni mafiose.

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