Poteva esprimere il consenso – o meglio il dissenso -, non era ubriaca a tal punto di essere incosciente e, anzi, avesse voluto avrebbe potuto pure guidare perché il tasso alcolemico era sotto la soglia di o,5 grammi per litro. E’ la tesi di una perizia depositata in tribunale e firmata da due consulenti dagli avvocati dei calciatori 24enni Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante del Livorno Cristiano, e Federico Apolloni e di altri tre loro amici. Tutt’e 5 sono imputati di violenza sessuale. La presunta vittima è una studentessa americana di 22 anni. I fatti risalgono alla notte tra il 26 e il 27 marzo dell’anno scorso in un appartamento a Milano. Il processo deve stabilire non tanto se ci siano stati rapporti sessuali, ma se la giovane fosse cosciente e consenziente. La Procura di Milano dice di no, gli imputati dicono di sì.

La consulenza difensiva, elaborata da tre tra tossicologi e psicologi, è stata prodotta dagli avvocati Leonardo Cammarata e Francesca Nobili ed è stata ammessa agli atti dal gup di Milano Roberto Crepaldi come “condizione“, richiesta dalla difesa, per giudicare gli imputati con rito abbreviato, per il quale – come prevede il codice – gli imputati in caso di condanna avranno la pena scontata di un terzo. I consulenti della difesa, stando a quanto riferito dai legali, hanno lavorato sugli atti del fascicolo, tra cui le immagini dei video dei presunti abusi, trovati nei telefoni dei giovani a processo, e le dichiarazioni dei testimoni e della ragazza e anche sulla tempistica dei fatti. Sono stati effettuati anche dei calcoli ponderati, tenendo conto dell’altezza e del peso stimati della presunta vittima.

La sostituta procuratrice Alessia Menegazzo, titolare dell’inchiesta insieme all’aggiunta Letizia Mennella, da parte sua ha chiesto e ottenuto dal giudice la “prova contraria“, ovvero i pm daranno l’incarico a dei consulenti di effettuare una relazione, sempre tossicologica e psicologica, che finirà agli atti del processo. Ora la Procura ha affidato a un pool di consulenti un’altra relazione che sarà depositata a inizio 2024.

Lucarelli e Apolloni, che hanno sempre respinto le accuse, il 20 gennaio scorso erano stati posti ai domiciliari, revocati circa tre settimane dopo dal Tribunale del Riesame che ha disposto l’obbligo di dimora a Livorno, con prescrizione di non uscire di casa dalle 20 alle 8. Nell’ordinanza che aveva disposto i domiciliari, la gip di Milano Sara Cipolla scrisse che gli indagati hanno filmato la vittima “a sua insaputa” e che da questi video emerge l’incapacità di comprendere appieno il disvalore delle proprie condotte“. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, che ha diretto gli agenti della quarta sezione della Squadra mobile, la giovane americana, dopo aver ballato in discoteca, aveva accettato un passaggio in auto dai 5 giovani che, invece di raccompagnarla a casa, l’hanno condotta in un appartamento. In quell’abitazione in centro città, secondo l’accusa, la ragazza è stata costretta dal gruppo a subire la violenza, commessa, in particolare, da Lucarelli e Apolloni.

A complicare il quadro indiziario come già emerso dopo gli arresti sono stati proprio i video trovati sui cellulari dei ragazzi. “Qui parte lo stupro“, dice uno dei cinque ragazzi indagati in uno dei filmati. “Se questa chiama la polizia c’inc… tutti”, dice proprio Apolloni in un altro filmato. Uno dei loro legali dopo gli interrogatori aveva detto che è un linguaggio di cui i giovani si sono “pentiti” e utilizzato in un contesto di “clima goliardico”. La giudice Cipolla, nell’ordinanza, aveva sottolineato tra le altre cose che in “due occasioni” la ragazza aveva detto di voler “tornare a casa“, ma i “ragazzi non le rispondono”. Nelle successive motivazioni del Tribunale del Riesame di Milano (firmate da altri tre diversi giudici), è stato sottolineato che la ragazza americana era stata anche “ridicolizzata e fatta oggetto di volgarità e frasi violente”. Per il Riesame, Lucarelli e Apolloni avevano scelto “di abusare”, per il “proprio divertimento”, della “inferiorità psicofisica” della giovane. Il processo proseguirà davanti al giudice Roberto Crepaldi il 30 gennaio.

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