Il 17 di marzo del 2004 in Germania, in prima serata, va in onda un servizio incentrato sugli spostamenti, in aereo, di Giorgio Napolitano. All’epoca Napolitano è europarlamentare e ricopre un ruolo di prestigio a Bruxelles: è presidente della commissione Affari costituzionali. Milioni di tedeschi, quella sera, durante il programma realizzato da Stern (del gruppo privato RTL), scoprono che l’allora esponente dei Democratici di sinistra (Pse, in Europa) percepisce dei generosi rimborsi pubblici anche per i biglietti aerei economici. Due giorni prima della messa in onda, infatti, Napolitano viene “catturato” dalle telecamere all’aeroporto di Bruxelles appena scende da un velivolo della Virgin Express, una compagnia low-cost. Il costo del biglietto, per quella tratta, è di circa 90 euro; ma Napolitano, per lo stesso viaggio, riceve un rimborso di 800 euro. La differenza, circa 710 euro, finisce nelle tasche del futuro presidente della Repubblica.

Il giorno successivo l’inviato della tv tedesca chiede spiegazioni a Napolitano, che appare visibilmente infastidito dalle domande. “Se lei insiste in questo modo così scortese – dice al cronista – non le dirò nulla. I questori hanno il compito di darle le risposte”. E se ne va. A quel punto, però, il giornalista lo segue. “Ma è denaro pubblico…” prova a dire. Ma Napolitano: “Se mi insegue, chiamo la polizia“. Il giornalista cerca di spiegare che sta facendo solo il suo lavoro, che pone delle domande negli interessi della collettività. Ma il futuro capo dello Stato chiude la conversazione con un “parlo solo con i contribuenti italiani”. E non fa niente se i soldi di quei rimborsi provengono da tutti i Paesi dell’Unione europea.

La verità è che Napolitano non stava commettendo alcuna azione illecita – ed è lo stesso programma tedesco a sottolinearlo: sfruttava, bontà sua, il generoso regolamento europeo dell’epoca. E tutti gli europarlamentari potevano farlo. Al di là della logica – discutibile o meno – che ha portato i politici dell’Ue a redigere e ad approvare quel regolamento, ci si chiede semmai perché Napolitano non abbia voluto rispondere alle domande del giornalista. E, più in generale, perché non si sia opposto alla pratica – non certo sobria – che permetteva ai parlamentari di intascarsi (anche) 700 euro (ammesso che fosse contrario). Oggi viene rimborsato il costo effettivo dei titoli di viaggio per Bruxelles o Strasburgo, fino alla classe business per il trasporto aereo e fino alla prima classe per il treno. Per tutte le altre trasferte, invece, esiste un forfait di 4.716 euro all’anno. Due anni dopo, Napolitano verrà eletto per la prima volta presidente della Repubblica. Per vedere il servizio pubblicato da RTL bisognerà aspettare La Gabbia, su La7, nel 2013.