Mi chiedo insistentemente perché c’è l’accanimento terapeutico nei confronti di uno strumento tecnologico, chiamato Trojan, capace di farci scoprire indicibili accordi corruttivi tra affaristi, gangli delle consorterie criminose e amministratori pubblici. In buona sostanza si vorrebbe abolire l’uso del trojan. Registro, e mi spiace, che proprio il ministro Nordio – ex magistrato – appaia ai miei occhi come il padre putativo della supposta abolizione.

E’ inutile che io ribadisca che il trojan è uno strumento essenziale di indagine nelle mani della polizia giudiziaria. Oltre a Nordio, ci son fior di politici che un giorno sì e l’altro pure, a mo’ di cantilena, perorano un freno sull’uso delle intercettazioni in generale e in particolare quelle disposte col trojan per i reati contro la Pubblica Amministrazione. Eh sì, cari signori, “vi scantate” (avete paura) che la corruzione venga alla luce ed è per questo che volete vietare l’uso del trojan. Più ascolto le vostre lagnanze sull’utilizzo delle intercettazioni e più mi convinco che siete impauriti: volete forse avere le mani libere per compiere azioni illecite, col solo fine di picciuli, picciuli e sempre picciuli, o altre prebende?

No, non deve assolutamente passare il concetto che cittadini di questo Paese possano compiere reati e rimanere impuniti sol perché è stato abolito l’uso del trojan. Il trojan è uno strumento necessario per accertare le responsabilità delittuose; altrimenti non perseguibili senza il loro uso. Durante la mia attività investigativa ho compiuto centinaia e centinaia di intercettazioni telefoniche, ambientali e persino epistolari e posso ben dire che sono state utilissime e necessarie.

E’ chiaro che per i reati di mafia e terrorismo non cambia assolutamente nulla, e quindi la frenesia di abolire il trojan servirebbe ad agevolare azioni delittuose degli amministratori pubblici. Eh già, la casta dev’essere intoccabile, deve avere licenza di delinquere col beneplacito dello Stato. Almeno così accadrà qualora la proposta della maggioranza diventasse legge. Suvvia, ditelo con chiarezza senza infingimenti, che il trojan fa perdere il sonno a tanti amministratori pubblici disonesti. Per fortuna, rappresentano la minima parte degli amministratori.

E poi qualcuno mi spieghi il motivo di questa frenesia del combinato disposto, ovvero l’eliminazione del reato di abuso d’ufficio e il divieto di utilizzo del trojan. C’entrano forse i fondi del Pnrr e i fondi per il Ponte di Messina o appalti dati agli amici degli amici? Se fosse così, avanti tutta con brio, in barba a chi non riesce a vivere dignitosamente e a cui non interessa un fico secco dei trojan. E del caso di specie, finalmente potremmo affermare che non siamo più il Paese del Gattopardo, stavolta si cambia, per cambiare davvero tutto, ovviamente a favore dei disonesti. E tutti, e perché no i mafiosi, vissero felici e contenti, nel Paese dal triste primato, ossia la corruzione.

Mi spiace che qualcuno non si sia accorto che l’abolizione dell’uso dei trojan non faccia parte di un mondo al contrario.

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