Dopo averci pensato un po’, Amazon ha inserito nelle Linee guida di KDP un capitolo riservato all’Intelligenza Artificiale. In altri termini ha chiesto agli autori di specificare se e come viene utilizzata nella realizzazione del libro, facendo distinzione tra un contenuto generato dall’IA e uno revisionato con l’ausilio dell’IA. Per evitare malintesi con gli autori, la spiegazione pubblicata nel sito è molto dettagliata.

“Generato dall’IA: per contenuto generato dall’IA si intendono testo, immagini o traduzioni creati da uno strumento basato su IA. Se hai utilizzato uno strumento basato sull’IA per creare il contenuto effettivo (testo, immagini o traduzioni), questo viene considerato “generato dall’IA”, anche se successivamente hai apportato modifiche sostanziali. Rivisto dall’IA: se hai creato tu stesso il contenuto e hai utilizzato strumenti basati sull’intelligenza artificiale per modificare, perfezionare, controllare gli errori o migliorare in altro modo tale contenuto (testo o immagini), questo viene considerato come “rivisto dall’IA” e non come “generato dall’IA”. Analogamente, se hai utilizzato uno strumento basato sull’intelligenza artificiale per fare brainstorming e generare idee, ma alla fine hai creato tu stesso il testo o le immagini, anche in questo caso il contenuto viene considerato come “rivisto dall’IA” e non come “generato dall’IA”. Non è necessario informarci in merito all’uso di tali strumenti o processi”.

Infine, viene anche precisato che è responsabilità dell’autore verificare che tutti i contenuti generati dall’IA e/o rivisti dall’IA siano conformi a tutte le Linee guida per i contenuti, incluso il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.

E gli altri operatori cosa fanno? In Youcanprint hanno iniziato a occuparsene all’inizio dell’anno. Donato Corvaglia, uno dei fondatori della società, ha precisato che dal 2023 nel colophon dei loro libri hanno inserito la frase “Made by Human”. Mentre StreetLib non ha ancora preso nessuna iniziativa perché, ha spiegato il responsabile della società Giacomo D’Angelo, la loro infrastruttura digitale è utilizzata da tantissimi partner a livello internazionale, quindi prima di agire devono confrontarsi con tutti per capire quale sia la soluzione migliore.

Sul fronte autori Laura Rocca, una indie molto apprezzata in Italia e all’estero, usa ChatGPT da circa un anno per la realizzazione dei post social del suo profilo inglese, ma non li ha mai usati per scrivere i suoi romanzi. Secondo Rocca l’IA non è adatta a scrivere libri di narrativa, perché i suoi testi sono piatti e sterili senza emozioni e sentimenti, mentre potrebbe funzionare con testi tecnici o guide.

La coppia Flumeri&Giacometti ha un rapporto contradditorio con l’IA: da una parte è curiosa e vorrebbe approfondire la conoscenza della tecnologia, dall’altra l’idea che l’IA utilizzi i testi degli autori per “nutrirsi” le ricorda il “cannibalismo”. Sicuramente le due autrici non intendono utilizzarla per scrivere un romanzo. In questo caso preferiscono attingere alla loro intelligenza e creatività. In particolare, Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti, diventate famose con la serie “Emma&Kate”, sono convinte che possa essere molto utile per le ricerche, anche se non l’hanno ancora utilizzata. Per curiosità Flumeri ha acquistato su Amazon dei “racconti gialli” scritti dall’AI ed è rimasta basita: sembrano riassuntini scritti da un bambino delle elementari.

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