È a New York per partecipare all’Assemblea Onu Volodymir Zelensky, che intorno alle 20 (ora italiana) è intervenuto per la prima volta e che giovedì 21 settembre incontrerà il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin al Pentagono. I riflettori sono tutti puntati su di lui e nel suo intervento al Palazzo di Vetro Joe Biden ha subito posto come questione centrale il conflitto innescato da Putin. “Gli Stati Uniti vogliono che questa guerra finisca, nessuno più dell’Ucraina vuole che finisca, solo la Russia ha il potere e la responsabilità di farlo e ora sbarra il cammino della pace perché vuole la capitolazione e il territorio dell’Ucraina“. Intanto da Mosca, che non vedrà il suo leader partecipare all’assemblea, arriva la bordata della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. “E’ ovvio che l’accattone dipendente di Kiev – ha detto riferendosi a Zelensky – sta andando a mendicare ancora denaro e armi dai suoi padroni americani”, alludendo alle richieste di aiuti militari avanzati nell’ultimo anno e mezzo ai partner occidentali.

Stoltenberg e Biden allineati – Spalleggia la posizione di Biden anche il segretario della Nato Jens Stoltenberg che, a margine dell’Assemblea, ha ribadito che “se non difendiamo l’Ucraina, nessuna nazione al mondo sarà al sicuro”. Dicendosi d’accordo col presidente americano, Stoltenberg ha affermato che “è fondamentale che la comunità ucraina continui a condannare la Russia e a sostenere l’Ucraina” nella guerra in corso. “Nessuno sa quanto durerà questa guerra”, ha proseguito, sostenendo che “grazie al sostegno della Nato e della comunità internazionale l’Ucraina è riuscita a respingere la Russia”. Riferendosi alla Cina, Stoltenberg ha precisato che “non è un avversario della Nato”, ma “la sua crescente vicinanza con la Russia è una motivazione valida per rafforzare” l’Alleanza Atlantica.

I grandi assenti – La sessione di una settimana di quest’anno, il primo incontro completo dei leader mondiali da quando la pandemia di Covid-19 ha interrotto i viaggi, prevede la partecipazione di 145 leader. È un numero elevato che riflette la moltitudine di crisi e conflitti in corso. Ma per la prima volta dopo anni, il presidente degli Stati Uniti è l’unico leader delle cinque nazioni con diritto di veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a rivolgersi all’assemblea composta da 193 membri. Xi Jinping in Cina, Vladimir Putin in Russia, Emmanuel Macron in Francia e Rishi Sunak in Gran Bretagna salteranno tutti l’appuntamento dell’Onu quest’anno.

Lo stato della controffensiva – Per quanto non ci siano stati finora avanzamenti netti di una delle due parti e l’enorme numero di soldati ucraini uccisi negli ultimi mesi preoccupi Kiev e gli alleati occidentali, per il capo del Pentagono Lloyd Austin la controffensiva lanciata dalle forze armate ucraine contro i soldati russi sta facendo “progressi costanti”. “Le coraggiose truppe ucraine stanno sfondando le linee dell’esercito d’aggressione russo fortificate in modo pesante”, ha detto Austin alla riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina che si svolge nella base aerea di Ramstein, in Germania. Il Segretario alla Difesa Usa ha anche rivolto un appello ai 54 Paesi presenti affinché continuino ad assistere militarmente Kiev “La difesa aerea sta salvando vite umane. Quindi invito questo gruppo a continuare” ad aiutare l’Ucraina perché, ha aggiunto, “il nostro impegno condiviso sarà fondamentale durante le battaglie che sono attualmente in corso”, ,a anche “per la lunga strada che c’è da percorrere”. Intanto la Danimarca, in collaborazione con altri Paesi, ha deciso che invierà altri 45 carri armati all’Ucraina. Si tratta di 30 carri Leopard 1 e 15 tank T-72.

Gli attacchi nella notte – Un uomo a Leopoli e sei persone a Kupyansk, nella regione di Kharkiv, sono morte a seguito di raid russi. Nella notte la difesa aerea ucraina ha distrutto 27 droni Shahed-136/131 sui 30 lanciati dalle forze di Mosca. “Nella notte del 19 settembre 2023, il nemico ha utilizzato i droni d’attacco Shahed-136/131 e un missile balistico Iskander-M. Un totale di 30 velivoli senza pilota sono stati lanciati da sud-est (Primorsko-Akhtarsk, Federazione Russa)” ha dichiarato l’Aeronautica di Kiev aggiungendo che “come risultato delle operazioni di combattimento, 27 Shahed sono stati distrutti dalla difesa aerea lungo il percorso nelle regioni meridionali, centrali e occidentali”, mentre uno da ricognizione è stato neutralizzato nella direzione orientale.

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