Oltre 7,1 milioni di dollari di attrezzature esportate in Russia dopo aver annunciato la fine delle sue operazioni nel Paese. Un grosso scandalo per il colosso americano Halliburton, uno dei maggiori fornitori di prodotti e servizi per l’esplorazione di petrolio e gas, un tempo guidato dall’ex vicepresidente americano Dick Cheney. Uno scandalo emerso dalla lettura dei registri doganali russi, visionati dal Guardian, e su cui adesso Halliburton è chiamata a dare spiegazioni.

La ricostruzione della vicenda parte dall’8 settembre 2022, quando la multinazionale annunciò la vendita del suo ufficio russo al management locale. La richiesta arrivava direttamente dalla Casa Bianca, che all’epoca spingeva su tutte le società statunitensi affinché cessassero le loro attività in Russia, dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina. Dai registri doganali russi emerge però la continuazione delle attività di Halliburton: solo nelle sei settimane successive alla presunta vendita, le filiali del colosso americano avevano esportato alla loro ex azienda in Russia apparecchiature da 5.7 milioni di dollari. L’attrezzatura veniva spedita principalmente da Stati Uniti e Singapore, ma dai registri si vede come la merce provenisse da un insieme di paesi, tra cui Regno Unito, Francia e Belgio.

La maggior parte delle esportazioni si sarebbero poi concluse il 6 ottobre. E tuttavia il 24 ottobre è partita un’ultima spedizione, da parte di una società presente nei registri come Halliburton MFG: un’apparecchiatura da quasi 3mila dollari, inviata dalla Malesia a una società denominata Sakhalin Energy. Si tratta del consorzio che sta portando avanti il progetto di estrazione di petrolio e gas Sakhalin-2 nella Russia orientale. Tra i suoi investitori c’è Gazprom, mentre Shell si è ritirata dopo l’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale”.

Dopo una pausa durata poco più di un mese sono poi ricominciate le importazioni di apparecchiature Halliburton in Russia, da parte di due società estranee alla multinazionale statunitense. Questi ultimi prodotti, provenienti dalla Turchia, hanno portato il valore totale delle esportazioni Halliburton in Russia, dalla chiusura delle sue attività, ad almeno 7,1 milioni di dollari. Di queste, il 98% è stato fornito all’ex azienda di Halliburton, nota come BurService: tra i suoi clienti figurano Gazprom, Rosneft, TNK-BP e Lukoil. Secondo i registri doganali, le esportazioni sarebbero poi continuate almeno fino alla fine di giugno 2023.

Dopodiché, all’inizio di agosto il capo della commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, Bob Menendez, ha scritto ad Halliburton e ai suoi concorrenti SLB e Baker Hughes. In lettere inviate agli amministratori delegati delle tre società, Menendez si è detto “estremamente turbato” da un rapporto della Associated Press che sosteneva la continuazione delle vendite per tutto il 2022. L’accusa al management, dunque, è di voler tentare di “realizzare un profitto” anziché solidarizzare con l’Ucraina.

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