Il memorandum con la Tunisia è stato un flop totale non solo per i continui flussi migratori ma anche per la situazione che si è creata a Lampedusa: una situazione di totale caos voluto, perché altrimenti non si spiega come mai il governo Meloni dichiari lo stato di emergenza per accelerare le procedure e poi lasci tutti quelli che arrivano sul molo per giorni, trattati come bestie, senz’acqua, senza cibo e senza servizi igienici. Ma che paese è quello che adotta una simile gestione dei flussi migratori?“. È la denuncia della deputata del Pd Laura Boldrini che, ai microfoni di Radio Radicale, stigmatizza severamente la linea adottata dalla presidente del Consiglio.

L’ex presidente della Camera spiega: “Gli altri paesi della Ue devono certamente fare qualcosa ma il problema è che la Meloni non vuole. La premier non si batte per la redistribuzione dei migranti all’interno della Ue, perché non vuol dare un dispiacere ai suoi amici sovranisti. L’altro giorno la Meloni ha incontrato Orban: si sono abbracciati e tutto, ma intanto – continua – il suo amato amico Orban le ha voltato le spalle, perché non ne vuole sapere della redistribuzione dei migranti. Qui c’è un conflitto d’interessi della premier: da un lato, è il presidente del Consiglio di un paese che avrebbe tutto l’interesse a redistribuire i migranti in Europa, dall’altro non vuole la redistribuzione per non far dispiacere il gruppo dei conservatori di cui lei è presidente. Quando uno fa troppe parti in commedia, si creano problemi seri“.

E aggiunge: “Ricordo che ora vige il principio della volontarietà nella redistribuzione dei migranti. Principio che non funziona e infatti siamo in panne. Quindi, bisogna lottare per la revisione del regolamento di Dublino che impone al paese di primo approdo la gestione degli arrivi. Peraltro, la Germania e la Francia hanno già detto che non sono più disposti a prendere le persone che arrivano in Italia, come avveniva in passato. Secondo le regole vigenti, infatti, dovranno essere rimandate indietro, a riprova del fatto che l’Italia si sta isolando, perché questo governo sta usando metodi che non funzionano”.

La deputata si sofferma anche sulla recente missione in Tunisia, dove si è recata col parlamentare dem Giuseppe Provenzano: “Abbiamo incontrato tantissime personalità sia del mondo politico, sia della società civile: avvocati, giudici, sindacalisti, attivisti. E abbiamo visto un paese in fortissima sofferenza e sotto pressione, che purtroppo non sta intravedendo una via d’uscita a questa crisi. Parliamo di una crisi politica prima che economica – spiega – Saied ha avocato a sé tutti i poteri, ha chiuso il Parlamento con l’esercito, ha destituito il governo, ha annullato il Consiglio Superiore della magistratura, ha fatto decreti presidenziali molto liberticidi. Oggi tutte le figure pubbliche in dissenso con lui sono sotto processo e in detenzione: i capi politici dell’opposizione sono tutti in carcere. Stessa sorte per gli attivisti, come Chaima Issa, una donna di 43 anni che è di fatto la prima prigioniera politica donna in Tunisia”.

Boldrini invoca la necessità di rivedere l’accordo con la Tunisia, ponendo precise condizioni sul processo democratico del paese: “Questo memorandum è stato fallimentare. Stanno arrivando migliaia e migliaia di persone dalla Tunisia, tunisini e non tunisini, anche perché Saied ha avviato una campagna d’odio contro le persone che arrivano dai paesi subsahariani e che si trovano in Tunisia di passaggio o per lavoro. Quindi – sottolinea – Saied è la causa, non la soluzione del problema. Avergli dato la legittimità di essere una controparte senza condizione alcuna è stato molto grave. Nel Parlamento europeo i Socialisti e i Democratici hanno sollevato la legittimità di questo memorandum, che va rivisto completamente e impostato diversamente. Tra l’altro, non c’è stato neppure un dibattito in Aula a riguardo”.

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