L’ultimo ad arrendersi, il primo a segnare, pure se il gol non è il suo mestiere. Primo gol della (brutta) stagione 1993-’94 del Lecce, 30 anni fa a Genova contro la Sampdoria schiacciasassi di Mancini, Gullit, Jugovic e Platt, per uno rimasto nel cuore di un’altra parte della Puglia come Gerson Candido De Paula, conosciuto anche come Gerson Caçapa e ancora di più come Gegè. Centrocampista moderno, paulista nella carta d’identità e nel campo, cresciuto con la maglia del Palmeiras cucita addosso fin dalle giovanili. Sorriso costante come il suo moto in campo, pochi grilli per la testa. E allora quando Janich e Salvemini volano in Brasile per impreziosire la campagna acquisti del Bari neopromosso in A nel 1989 accettano volentieri il consiglio di José Altafini: “Prendetelo se vi serve un centrocampista, questo qui è forte davvero”. La missione sudamericana non si limita a Gerson, ma arrivano pure Sergio Donizetti più noto a Bari come Joao Paulo e il difensore argentino Nestor Lorenzo dall’Argentinos Junior. Più un investimento “per il futuro” : l’attaccante brasiliano Eraldo, 17enne, che sarebbe stato girato in prestito al Bellinzona (a consultare gli almanacchi, tuttavia, pare in Svizzera non ci sia arrivato, tantomeno a Bari).

Per i tre che invece a Bari ci sono arrivati davvero l’investimento di Vincenzo Matarrese è di quasi tre miliardi e mezzo di lire: e perciò il patron non è troppo contento di vedere quegli acquisti trattati con diffidenza dalla tifoseria. Minaccia addirittura querele Matarrese quando un quotidiano li definisce “saldi di fine stagione”. Pure Salvemini si affretterà a precisare che quei calciatori sarebbero stati parte integrante dei suoi schemi e al Bari avrebbero dato una grossa mano. E se per Lorenzo la stagione si rivelerà negativa, i due brasiliani dimostreranno invece di essere forti davvero. Anche nel Bari della stagione 1989 Gerson Caçapa segnerà il primo gol contro il Piacenza in Coppa Italia. E poi nella prima vittoria dei Galletti al San Nicola, nel 2 a 1 sul Verona. Poi certo, il mestiere di Gerson non è fare gol ma rubare palloni agli avversari, inserirsi tra le loro maglie e pungere con fisico e tecnica. Lo farà, ed entrerà nel cuore della tifoseria biancorossa che al solito con grande affetto gli cambierà il nome, stravolgendolo alla barese: e dunque Gerson diventerà dalle parti del San Nicola e non solo più semplicemente “Gegè”.

Gegè diventerà inamovibile nel centrocampo di Salvemini: su 34 partite ne giocherà 33, e terminato il campionato inamovibile sarà nella squadra che porterà a Bari un trofeo, la Mitropa Cup, vinta dopo aver sconfitto per 3 a 0 gli ungheresi del Pècs, poi i serbi del Radnicki e infine per 1 a 0 il Genoa in finale. Perno del centrocampo barese e ancora una volta uomo più utilizzato da Salvemini sarà Gerson anche nella stagione successiva: 37 presenze tra campionato e Coppa Italia, con i galletti che porteranno a casa ancora una volta una salvezza tranquilla. Poi il Bari inizia a pensare in grande: arriva David Platt per 12 miliardi di lire, Frank Farina per 8, arriverà addirittura anche Zvonimir Boban. Serve una casella per gli stranieri e proprio Gerson sarà sacrificato, mandato in prestito al Fenerbache. Il Bari intanto retrocede mentre le performance di Gegé in Turchia sono ottime: giocherà anche in Coppa Uefa e alzerà di molto la media realizzativa, segnando 20 gol in due stagioni. Niente saudade, niente intemperanze: ancora una volta è il più presente, anche in Turchia, e tra i più amati dai tifosi.

Sempre di proprietà del Bari però nel 1993, coi galletti che non centrano la promozione in A, viene girato in prestito al Lecce di Jurlano: in una stagione da 11 punti in 34 partite, con l’inesorabile e praticamente costante ultimo posto, Gerson è tra i pochissimi a salvarsi, giocando sempre bene e segnando anche tre gol, tra cui quello alla Samp, esattamente trent’anni fa. Curiosità: anche a Lecce sarà il più presente della stagione. Il Bari però torna in Serie A, e Gerson, innamorato e ormai “Gegè” nel cuore, torna volentieri: è la stagione del trenino, partito proprio da una gara in cui segna Gerson, contro il Padova, e terminata per il Bari al 12esimo posto, per Gerson con 2 gol e ovviamente, ancora una volta, con la palma di calciatore con più presenze in stagione. C’è anche in quella successiva il brasiliano, ma un infortunio ne limita le prestazioni: nonostante un attacco incredibile (Igor ProttiKenneth Andersson, 36 gol in due), il Bari retrocede: Gerson torna in Turchia nell’Istanbulspor, poi in Brasile all’Atletico Paranaense e giochicchiando nelle squadre minori brasiliane chiude la carriera. Appesantito ma sempre sorridente, intraprende quella di allenatore, passando anche dall’Italia, prima alla Lodigiani e poi alla Virtus Palese, società di Bari: perché c’è Gerson Candido De Paula, ma vuoi mettere la semplicità di Gegè?

Articolo Precedente

Real Madrid, calciatori del settore giovanile arrestati. “Video di sesso con una minorenne”

next
Articolo Successivo

Pogba ha chiesto le controanalisi: la data del test slitta a ottobre

next