L’esordio al Mondiale coi campioni in carica. Il 10 sulle spalle e una carezza al pallone quel tanto che basta per mandare fuori giri Leboeuf, poi un sinistro potentissimo che supera Barthez… ma si stampa sulla traversa. Ci sono azioni che raccontano chi le fa e la traversa contro la Francia dopo aver mandato gambe all’aria un difensore descrive bene Khalilou Fadiga e tutta la sua carriera. Nativo di Dakar, storia comune a tanti con famiglia povera che per cercare una vita migliore vola in Francia, a Parigi, e si stabilisce a Le Goutte d’Or, 18esimo arrondissiment, oggi zona multietnica e multiculturale, anche gettonata tra i turisti, all’epoca tra le aree più economiche, abitata perlopiù da immigrati africani, appunto.

Khalilou gioca bene, ha un bel sinistro ed è una delle attrazioni della scuola calcio “Les Enfants de le Goutte d’Or”: una splendida realtà attiva ancora oggi. Il ragazzo è forte e lo nota il Paris Saint Germain: sembra essere la giusta evoluzione della storia ma ecco, la traversa, che beffarda ne blocca una possibile ramificazione. Nel 1992 il Psg non è convinto e non tessera il ragazzo che intanto ha compiuto 18 anni: passa al Red Stars di Saint Ouen sur Sein, poco lontano da Parigi, in Seconda Divisione. Anche qui non sembra andare tutto benissimo, finché lo nota Eric Gerets, ex terzino del Milan e all’epoca alla prima esperienza come allenatore all’Rfc Liegi. Qui finalmente le cose prendono la piega giusta: esterno sinistro alto segna 5 gol nel primo campionato, passa due anni al Lommel e poi ritrova Gerets al Bruges, con cui vince, a sorpresa, il campionato ed esordisce anche in Champions League segnando anche contro il Rosenborg.

Può tornare in Francia: il mitico Guy Rouxe lo porta all’Auxerre, squadra rampante dove con un giovanissimo Mexes, Olivier Kapo, Djibril Cissè, Khalilou diventa un tassello fondamentale. Arriverà nel 2003 a vincere la Coppa di Francia e in Champions si permetterà anche il lusso di segnare ad Highbury, vincendo contro l’Arsenal. È la stagione d’oro di Khalilou: coi Mondiali che vedono lui e il suo Senegal stupire il mondo, con la vittoria contro la Francia targata Papa Bouba Diop e soprattutto El Hadji Diouf e la cavalcata fino ai quarti con Fadiga che distribuisce assist e segna anche un gran gol contro l’Uruguay.

Un Mondiale che per la verità era cominciato con un “caso”: Fadiga era stato sorpreso con una collanina dal valore di circa 170 sterline, presa ad un negozio di Daegu in Corea. Lui parlerà di scherzo, il proprietario della gioielleria la darà per buona e oltre alla lettera di perdono gli regalerà un maialino d’oro, un portafortuna che, visto il cammino del Senegal, squadra all’esordio che arriva fino ai quarti, pare funzionare. A 28 anni si interessano al calciatore diverse squadre: lo vorrebbe il Manchester City, ci prova l’Arsenal che Khalilou aveva fatto ammattire, in Francia lo segue il Bordeaux, ma la spunta l’Inter con 3 milioni di euro.

D’altronde all’Inter di Cuper serve un esterno sinistro per il 4-4-2: nell’estate 2003 Moratti aveva già preso per la fascia destra Van der Meyde, per quella sinistra invece il senegalese la spunta su Kily Gonzalez. Dichiarazioni entusiaste e solita formalità delle visite mediche… ma arriva puntuale la traversa del destino del senegalese. Il cuore di Khalilou sotto sforzo va in difficoltà e presenta delle aritmie. Scoppia a piangere davanti a Branca e Moratti e poi si organizza per ripetere le visite in Belgio, col professor Brugada, ma in Italia non ottiene il lasciapassare, neppure dopo un delicato intervento al cuore.

Passa al Bolton.. .e mentre è a bordo campo prima di un match di Carling Cup contro il Tottenham ha un malore: si salva, e un nuovo intervento al cuore si rende necessario, con un defibrillatore impiantato nell’organo. Torna in campo, anche se ormai è palesemente in fase calante e i medici gli consigliano di smettere: gioca qualche partita al Coventry, poi al Gent e infine al Germinal Beerschot per poi smettere. Anche suo figlio Noah è un calciatore: un terzino che già si è fatto conoscere con le giovanili del Brest, segnando anche alla Juventus. Qualche giorno fa è stato fermato per problemi cardiaci, i medici però gli hanno detto che potrà continuare a giocare, non al Brest, in Francia gli è stata revocata la licenza, ma al Gent in Belgio gli hanno dato fiducia. Si spera che per Noah non ci sia nel destino la stessa traversa che spesso ha separato papà Khalilou dalla gloria.

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