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Strage di Ustica, il ministero della Difesa: “Sette documenti ancora non declassificati, interlocuzioni continue con i pm”

Strage di Ustica, il ministero della Difesa: “Sette documenti ancora non declassificati, interlocuzioni continue con i pm”
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Nella complessa vicenda della strage di Usticariportata all’attenzione da Giuliano Amato con un’intervista – c’è un capitolo che riguarda i documenti relativi a quanto accadde nei cieli italiani la sera del 27 agosto 1980, quando il Dc9 dell’Itavia – partito da Bologna e diretto a Palermo – precipitò “con ogni probabilità” a causa di un missile. Oggi Repubblica ha pubblicato l’intervista a un maresciallo in congedo “assoluto” dell’Aeronautica Militare, Giuseppe Dioguardi, che ha dichiarato di aver personalmente distrutto alcuni documenti e di essere a conoscenza di dove fisicamente sono quelli che la procura di Roma avrebbe cercato fermandosi “a 5 centimetri dalla verità”.

All’intervista ha risposto una nota del ministero della Difesa: “Tutti i documenti, di qualsiasi argomento, inerenti la strage di Ustica, in ottemperanza alla direttiva del 22 aprile 2014, nota come ”direttiva per la declassifica e per il versamento straordinario di documenti all’Archivio centrale dello Stato” (cd. direttiva ”Renzi’) sono stati declassificati e versati presso l’Archivio centrale dello Stato. A seguito della direttiva qui citata, è stata condotta, nel 2014, una ricognizione degli archivi della Segreteria speciale del Gabinetto del ministero della Difesa, dove sono stati rinvenuti 1967 atti riferiti alla vicenda di Ustica. Documenti che sono stati tutti già versati, nel periodo 2015-2016, ad eccezione di soli 18 documenti. Undici di questi documenti (in originale e in copia digitale) sono stati consegnati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, in data 28/09/2020, onde riceverne il nulla osta di competenza, a premessa del versamento presso il medesimo Archivio centrale di Stato. Per i rimanenti 7 documenti si è in attesa del nulla osta, richiesta più volta reiterata, a partire dal 2015, per ottenere l’autorizzazione alla declassificazione e al loro relativo versamento”.

E ancora: “Successivamente, nel corso del 2022, a seguito della ricognizione del ‘Archivio Lagorio’ (già trattato da un precedente articolo, uscito sempre sul quotidiano La Repubblica) è stato rinvenuto un unico documento ‘non classificato’ riferito alla vicenda in questione. Tale documento, che riporta una situazione a caldo dell’evento, redatta a favore del Capo di Gabinetto del tempo, è in fase di versamento, che sarà effettuato alla prima data utile. Si precisa anche che, a mente dell’articolo 42 comma 8 della Legge n.124/2007, l’accesso dell’Autorità Giudiziaria alle informazioni classificate non è né può essere preclusa. Infine, si evidenzia che, nel tempo e a tutt’oggi, sono in corso continue interlocuzioni con la Procura della Repubblica di Roma in merito allo stato delle valutazioni sui documenti dati in consegna e in attesa della loro restituzione”.

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