Lampedusa si è stretta attorno ai migranti nella serata di giovedì 14 settembre. Dopo la distribuzione dei pasti ai migranti, sull’isola è stata organizzata una fiaccolata per la giornata di lutto cittadino dopo la morte di una bambina nel corso delle operazioni di sbarco.

“Ci stiamo sforzando di garantire a queste persone la necessaria sussistenza. Al di là di dare colpe, quello che è sempre stato chiesto da questa comunità è quello di garantire viaggi sicuri ha detto il parroco dell’isola, don Carmelo Rizzo – Non si può assistere per l’ennesima volta a delle persone che muoiono in mare e muoiono nel deserto”.

Alla sua voce si è unita quella del primo cittadino, Filippo Mannino, che ha parlato di un popolo lampedusano “stanco e stremato” a cui “è stata data una croce troppo pesante da portare”. “A noi è rimasta una sola speranza – ha detto il sindaco, sostenuto anche dalla Lega – che è quella di non essere lasciati soli“. “Lampedusa ha dato lezioni di umanità al mondo intero e in questi giorni siamo stati messi di fronte a quella che è l’ineluttabilità della storia che ignora le logiche politiche – ha proseguito – e che anzi richiede un cambio di passo. Oggi qui c’è il volto migliore dell’Europa, oggi c’è quel popolo in cui non si è mai globalizzata l’indifferenza”.

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