Mentre Vladimir Putin e Kim Jong-un si scambiano fucili e sostegno militare , in Cina il cardinale Matteo Maria Zuppi prova a parlare di pace. Arrivato a Pechino per una tre giorni che si concluderà venerdì 15 settembre, l’inviato di Papa Francesco in missione per lavorare a una “pace giusta” per Kiev è stato ricevuto da Li Hui, rappresentante speciale del Partito comunista cinese per la crisi ucraina.

In un colloquio che la Santa sede riferisce essersi svolto “in un clima aperto e cordiale”, i due hanno discusso le “drammatiche conseguenze della guerra in Ucraina, sottolineando la necessità di unire gli sforzi per favorire il dialogo e trovare percorsi che portino alla pace”. Dopo essere stato a Kiev, Mosca e Washingtom, Pechino è l’ultima tappa del cardinale nell’ambito della missione di pace voluta da Papa Francesco. Secondo quanto riporta la Santa sede Zuppi e Li hanno anche affrontato il problema della sicurezza alimentare, “con l’auspicio che si possa presto garantire l’esportazione dei cereali, soprattutto a favore dei Paesi più a rischio”.

La Cina continua a mantenere il suo approccio equilibrista, elevandosi a promotrice di pace e garante di stabilità per i paesi emergenti senza avere mai ufficialmente condannato l’invasione russa. “Sulla questione ucraina la Cina è sempre stata impegnata a promuovere pace e dialogo. Siamo disposti a lavorare con tutte le parti per continuare ad avere un ruolo costruttivo e promuovere un rilassamento della situazione”, ha ribadito la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, il 13 settembre.

La strada per un’accoglienza cordiale del cardinale era stata spianata nelle scorse settimane dalle parole benevole di Papa Francesco che in occasione della sua storica visita in Mongolia ha invitato i fedeli cinesi a essere “buoni cittadini”. In passato Bergoglio aveva anche fatto riferimento alla figura di Matteo Ricci, noto gesuita accolto presso la corte dei Qing, come “esempio positivo” che ha “portato la cristianità in Cina”. In Cina ci sono tra i 10 e i 12 milioni di cattolici.

Nella sua ultima giornata in Cina, Zuppi potrebbe incontrare il premier cinese Li Qiang. Intanto sui social del web della Repubblica popolare diversi cittadini si mostrano scettici sull’effettiva utilità della visita dell’inviato papale. “Cosa è venuto a fare?”, scrive a proposito un utente sulla piattaforma di microblogging Weibo. “Se vuole porre fine alla guerra deve andare da chi continua a provocarla: gli Stati Uniti”, commenta un altro.

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