Vladimir Putin ha bisogno di munizioni per continuare a mettere pressione sull’esercito ucraino, Kim Jong-un aspira a potenziare e migliorare la propria batteria di missili capaci di trasportare anche testate nucleari. È per questo che il luogo scelto per lo storico incontro tra il presidente russo e il dittatore della Corea del Nord ha una forte connotazione simbolica: il cosmodromo di Vostochny, in Russia, dove è presente anche un sito di assemblaggio e lancio di razzi. Se dell’esito del bilaterale, durato più di due ore, i due leader non parleranno, qualche indicazione è arrivata dalle dichiarazioni precedenti al meeting, sia da parte del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che dallo stesso Kim Jong-un: collaborazione economica, militare, sulle esplorazioni spaziali sono i temi affrontati. Ma sullo sfondo rimane il tema principale, quello caro non solo ai due Paesi, ma anche alla Cina e ad altre potenze emergenti: scardinare l’ordine mondiale che vede gli Stati Uniti come unica potenza egemone.

L’incontro, iniziato alle 7.30 italiane dopo un lungo viaggio che ha portato il leader nordcoreano in Russia a bordo di un treno, si è concluso con una cena. Non usciranno documenti congiunti, ha preannunciato Peskov, ma Mosca pur facendo parte del Consiglio di sicurezza Onu sostiene che questo “non può, non deve e non costituirà un ostacolo all’ulteriore sviluppo delle relazioni russo-coreane. Tutte le questioni riguardano solo i nostri due paesi sovrani e non dovrebbero essere motivo di preoccupazione per alcun Paese terzo. La nostra cooperazione è portata avanti a beneficio dei popoli dei nostri due Paesi, ma non contro nessuno”.

Resta il fatto che una collaborazione militare tra i due Paesi è ormai praticamente ufficiale, viste le dichiarazioni rilasciate da Putin in un’intervista alla televisione Rossiya 1: ci sono “prospettive” per una cooperazione in campo militare tra la Russia e la Corea del Nord, ha detto. “La Russia è un Paese autosufficiente, ma nell’ambito delle attuali regole ci sono delle opportunità a cui prestiamo attenzione e che discutiamo”. Tanto che già a ottobre il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov visiterà la Corea del Nord.

Pyongyang dal canto suo ha ostentato completa adesione all’aggressione russa dell’Ucraina, spiegando che sostiene tutte le decisioni delle autorità russe e intende rimanere al fianco di Mosca per “combattere contro l’imperialismo“, ha detto il dittatore nordcoreano. “La Russia si è ora sollevata in una lotta sacra per difendere la sua sovranità statale e la sua sicurezza nella lotta contro le forze egemoniche che si oppongono alla Russia”. Lo ha ribadito anche nel corso della cena con Putin. Mentre il presidente russo ha chiesto un brindisi per l’amicizia che lega le due nazioni, il leader del Regno Eremita ha alzato i calici dicendosi sicuro che la Russia riporterà “una grande vittoria” in Ucraina in quella che ha definito “una lotta sacra per punire l’accozzaglia del Male che vuole l’egemonia e nutre illusioni di espansione”.

Putin e Kim Jong Un “hanno ispezionato i siti del nuovo cosmodromo: un’officina di assemblaggio per il lanciatore Angara (la nuova generazione di razzi russi, ndr), un sito di lancio per i lanciatori Soyuz-2 e un sito di lancio in costruzione per Angara”, ha dichiarato il Cremlino in un comunicato. Mosca si è impegnata ad aiutare la Corea del nord a costruire satelliti. “È per questo che siamo venuti qui”, ha detto il leader del Cremlino.

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