Conferenza stampa di rito a conclusione del vertice G20 di Nuova Delhi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Voglio ribadire le congratulazioni mie e dell’Italia al primo ministro Modi per la riuscita di questa non facile edizione del G20. L’Italia ha offerto sin dall’inizio collaborazione alla presidenza indiana, soprattutto perché continuiamo a essere convinti che G20 sia un forum multilaterale strategico nella misura in cui consente di dialogare con i paesi emergenti e del sud globale”, ha esordito la presidente del Consiglio. “Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all’Ucraina, non era un risultato scontato se si tiene in conto che le ministeriali sono tutte finite senza una dichiarazione finale. È una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque importante in questo contesto”, prosegue Meloni. Nella dichiarazione finale “abbiamo ottenuto riferimenti concreti sulla questione migratoria, in linea con il Processo di Roma, la nostra conferenza su sviluppo e migrazioni”. La premier sottolinea “Non aiutiamo il racconto interessato che vorrebbe l’Occidente diviso dal resto del mondo. Abbiamo dimostrato che siamo attenti alle esigenze dei Paesi del Sud, non vogliamo contrapposizioni fra Paesi del Nord e del Sud. L’Africa è una questione centrale” e “non solo per l’ingresso dell’Unione africana” come membro effettivo “che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio”. L’Africa non è solo importante per l’Italia: “C’è la volontà di stringere ulteriormente i rapporti da parte dell’Ue e sarà una questione centrale del G7 del prossimo anno” a guida italiana.

Tema chiave per il G20 italiano è stata la questione dei rapporti con la Cina dopo che il paese ha deciso di uscire dall’accordo “via della Seta” (Belt and Road initiative) che prevede investimenti in infrastrutture che facilitino gli scambi commerciali con Pechino. Il timore di Roma è che la Cina possa adottare qualche forma di ritorsione come prospettato nei giorni scorsi dall’ambasciatore cinese in Italia. Il patto era stato sottoscritto dall’Italia nel 2019. Un’adesione all’iniziativa sgradita a partner occidentali e agli Stati Uniti in particolare, un malcontento accresciuto dal progressivo peggioramento delle relazioni tra Washington e Pechino. “Sono stata molto contenta del clima cordiale e costruttivo dell’incontro con il primo ministro cinese, che non conoscevo. Si è parlato anche di Via della Seta ma non soltanto. Abbiamo un partenariato strategico con la Cina: c’è il tema della Belt and Road Initiative, ma non è l’unico elemento che costituisce il nostro rapporto bilaterale con la Cina. Il tema è come garantire, indipendentemente dalle scelte che faremo sulla Bri, un partenariato vantaggioso per entrambi”, ha detto la presidente del Consiglio. “All’esito di queste valutazioni che stiamo facendo intendo mantenere il mio impegno di una visita in Cina. Ha maggiore senso recarsi in Cina quando avremo maggiori elementi sulla nostra cooperazione bilaterale e su come svilupparla”, ha aggiunto la premier. “Al Belt and Road Forum il governo italiano è stato invitato, ma ieri non ne abbiamo parlato” con il premier cinese.

Sulle questioni interne breve passaggio della premier sul dossier Ita Airways dopo che da Bruxelles non è ancora arrivato il via libera all’acquisizione di una partecipazione di peso da parte della tedesca Lufthansa. “Sta accadendo una cosa obiettivamente curiosa – ha osservato Meloni rispondendo a una domanda sul tema -: la stessa Commissione europea che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema Ita, quando troviamo una soluzione al problema Ita la blocca. Quindi non stiamo più capendo e vorremmo una risposta. Su questo è stato interessato anche il commissario Gentiloni”. Della questione hanno discusso, sempre durante il G20, anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner.

“Sul tema delle nomine della Bei (Banca europea per gli investimenti per cui l’Italia ha avanzato la candidatura di Daniele Franco, ndr), noi abbiamo candidato una figura tecnica, riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica. Leggo nel dibattito scelte che potrebbero essere politiche, e secondo me potrebbe essere un errore, penso che se noi dovessimo sottomettere le massime istituzioni finanziarie ed europee a scelte di partito, mineremmo la terzietà di queste istituzioni. Biosgna essere molto prudenti, in ogni caso non mi pare che la decisione arriverà immediatamente”, dice Meloni. “Il tema dell’Intelligenza artificiale deve avere maggiore attenzione dai leader mondiali. Non ho sempre l’impressione che la nostra capacità di governare i processi corra velocemente come le tecnologie. Non possiamo non considerare l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle nostre società. Oggi è l’intelletto che rischia di essere sostituito. Durante la nostra presidenza del G7 è un tema che sarà al centro. Intendiamo richiamare dei principi etici alla base dello sviluppo dell’IA, che possano fare da base per una cornice regolatoria a livello globale”, ha anche affermato la premier.

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