“Si parla molto del ricorso dell’arma atomico, ma bisogna essere consapevoli che nessuno lo fa seriamente, per il semplice motivo che sarebbe uno scenario autodistruttivo. Il trattato di pace, dall’altra parte, è una parola molto grossa. Nessuno ricorda cosa successe dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Il trattato di pace non fu firmato per un tempo infinito, dopo il ’45”. Lo ha detto lo storico Luciano Canfora, ospite alla Festa de il Fatto Quotidiano alla Casa del jazz di Roma, intervistato da Silvia Truzzi, in merito alla guerra in Ucraina. “C’è invece la soluzione coreana, l’unica realisticamente a portata di mano, in attesa di una soluzione territoriale – ha continuato Canfora per rispondere alla domanda su come finirà il conflitto – se non si arriva a un tracollo militare, che pare improbabile, quella è la via più concreta”. Per lo storico “chiudere il confine dell’Ucraina al Donbass” e far entrare Kiev nella Nato “è una soluzione ragionevole”.

Il programma della Festa de il Fatto Quotidiano alla Casa del jazz di Roma. Leggi qui

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“La morte di Putin fermerà la guerra? Quella del Peloponneso andò avanti dopo la scomparsa di Pericle”: l’analisi di Canfora alla festa del Fatto

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