La performance dell’economia italiana nel secondo trimestre 2023 è stata tra le peggiori in Europa. Ora arriva anche la conferma dell’Eurostat, che dopo l’Istat certifica per il nostro Paese un calo del Pil dello 0,4% tra aprile e giugno rispetto al primo trimestre dell’anno. Un andamento inferiore si registra solamente in altri tre Paesi dell’Unione europea: Austria (-0,7%), Svezia (-0,8%) e Polonia (-2,2%), cui si aggiunge Cipro, a sua volta in calo dello 0,4%. Non è una sorpresa, perché già in seguito alle prime stime di fine luglio era chiaro come l’Italia avesse ingranato la retromarcia: dopo essere stata tra le economie che crescevano di più nell’Ue – concetto che la premier Giorgia Meloni e la sua maggioranza non avevano mancato di rimarcare più e più volte – ora si ritrova tra i Paesi dove il Prodotto interno lordo è diminuito di più in termini congiunturali.

L’inversione di tendenza è tutta riassunta nei dati definitivi dell’Eurostat. Nel primo trimestre la crescita dell’Eurozona era stata dello 0,1%, in Italia dello 0,6%. Poi ecco l’inversione a U: il Pil dell’Eurozona nel secondo trimestre ha segnato una crescita appena dello 0,1% (rivista al ribasso la stima flash dello 0,3% di metà agosto), ma il nostro Paese ha fatto peggio e vede il Pil nel trimestre in calo dello 0,4%, contro il -0,3% della stima flash. Un dato che conferma i conti economici trimestrali dell’Istat e che certifica le attuali difficoltà del governo Meloni. Nella Nota di aggiornamento in arrivo entro fine settembre, l’esecutivo dovrà prendere atto del rallentamento dell’economia: un fattore che rende ancora più complicata la caccia alle coperture per la manovra.

Nell’area euro il Pil è salito dello 0,1% in termini congiunturali, aumentando dello 0,5% rispetto al secondo trimestre del 2022. Nell’Ue il Pil è rimasto stabile a livello congiunturale e ha segnato una crescita tendenziale dello 0,4%. Tra le maglie nere ci sono appunto Polonia, Svezia, Austria, Italia e Cipro. Eurostat conferma poi che la Germania è ferma (0,0%) dopo due trimestri in calo. Confermato anche il dato di Francia (+0,5%) e Spagna (+0,4%). Spicca tra la revisione al ribasso del dato dell’Irlanda (passa da +3,3% della stima flash a +0,5%). Crescono di più nell’Ue Lituania (+2,9%), Slovenia (+1,4%), Grecia (+1,3%), Croazia e Malta (+1,1%).