La rincorsa all’indietro per tentare di recuperare il diritto profondo del francese Arthur Rinderknech, la caviglia che si gira in maniera innaturale, la caduta, le urla, il silenzio che cala improvviso sul campo numero 5 di Flushing Meadows, ultimo Slam della stagione. Matteo Berrettini è a terra e non riesce ad alzarsi. Rimane disteso fino a che non arriva il fisioterapista, poi faticosamente si rimette in piedi. Nessuno però, in tribuna come in televisione, nutre delle speranze. Tutti hanno già capito: l’azzurro deve ritirarsi. È finita nel peggiore dei modi l’avventura di Berrettini in questo Us Open, quando si trovava sotto nel punteggio per 6-4 5-3 a favore di una delle migliori versioni del tennista francese. Un match che da molto complicato si è trasformato in un attimo in drammatico. Un momento da dimenticare nel più veloce tempo possibile.

Nelle prossime ore verranno eseguiti gli accertamenti clinici sulla sua caviglia destra e la speranza è che non ci siano problemi seri a livello osseo o di legamenti (sulla scia dell’infortunio capitato ad Alexander Zverev al Roland Garros di un anno fa, per intenderci). Le immagini del romano che esce dal campo zoppicando, ma in piedi, lascerebbero trasparire qualche speranza. Meno positiva invece è la sequenza successiva, con Berrettini sulla sedia a rotelle e mani tra i capelli per la disperazione.

Dopo gli addominali, la caviglia. La sfortuna ha deciso di colpirlo ancora una volta, e questa volta, forse, fa ancora più male. Si, perché dopo i problemi fisici che lo avevano costretto a rinunciare a tutta la stagione sulla terra battuta e le critiche (anche per via del suo rapporto con la showgirl Melissa Satta) che gli erano piovuti addosso nell’ultimo anno, Berrettini era riuscito a ritrovare la forza per imboccare nuovamente la via giusta, quella che lo aveva spinto nel 2021 al numero 6 del mondo e alla storica finale di Wimbledon (la prima per un italiano) persa contro Novak Djokovic. Questi Us Open dovevano essere l’appuntamento giusto per dare la conferma definitiva dopo le ottime prove che si erano viste ai Championships due mesi fa. Il trampolino di lancio per un finale di stagione in crescendo, sia nell’ottica della scalata in classifica, sia pensando ai prossimi impegni in calendario, a cominciare dalla Coppa Davis. Ora invece l’incertezza è tornata ad essere totale e il timore che la sua stagione possa essere arrivare alla fine è un ombra con cui fare purtroppo i conti.

Già, la Coppa Davis. Dal 12 al 17 settembre l’Italia sarà impegnata nella fase a gironi in programma a Bologna: la maglia azzurra e capitan Filippo Volandri lo attendono assieme a Simone Bolelli, Fabio Fognini, Lorenzo Musetti e a Jannik Sinner per affrontare Canada, Cile e Svezia. Mancano meno di due settimane. Berrettini ce la farà a recuperare? Anche nella migliore delle ipotesi, la speranza di vederlo in campo è davvero appesa a un filo.

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