La nomina di Arianna Meloni come addetta al tesseramento e capo della segretaria politica di Fratelli d’Italia ha fatto tornare a galla le accuse di familismo nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di una gestione del potere tutta interna alla sua cerchia ristretta di fedelissimi, la cosiddetta “fiamma magica”. Eppure, insieme alle divisioni nel partito manifestate con le richieste di congresso da parte dell’ala dei “gabbiani” di Fabio Rampelli, in questi giorni in molti in Fratelli d’Italia ricordano che Meloni non ha sempre agito così: nel 2018 l’allora deputata e leader del partito aveva manifestato qualche dubbio sulla nomina di Francesco Lollobrigida, compagno della sorella Arianna, come capogruppo alla Camera. “Come faccio a promuovere mio cognato? Mi attaccheranno tutti…”, era stata la riflessione di Meloni rivolta allora a diversi colleghi di partito, raccontano oggi tre dirigenti di Fratelli d’Italia.

Lollobrigida, oggi potente ministro dell’Agricoltura, ha una lunga esperienza politica che inizia a metà degli anni Novanta col Fronte della Gioventù, Movimento Sociale fino a ricoprire diverse cariche in Regione Lazio con Alleanza Nazionale (consigliere comunale a Subiaco, provinciale a Roma e regionale) prima di diventare assessore ai Trasporti nella giunta Polverini in quota Popolo della Libertà. Sempre a fianco di Giorgia Meloni che nel 2013, pochi mesi dopo la formazione del nuovo partito Fratelli d’Italia, lo nominò responsabile organizzazione del partito, il ruolo che oggi ricopre Giovanni Donzelli ai vertici di via della Scrofa.

Il cognato di Meloni, detto “Lollo”, quindi aveva già da tempo posizioni di responsabilità, ma nel 2018 le sue capacità di tenere insieme le anime del partito e di gestirlo anche da un punto di vista organizzativo gli stavano per valere la promozione a capogruppo. Dopo le elezioni del 2018 – quelle che consacrarono la Lega di Matteo Salvini e videro Fratelli d’Italia fermarsi al 4,3% – Lollobrigida era il più indicato dei 37 deputati eletti per sostituire Rampelli, allora vicepresidente della Camera.

Ma Meloni iniziò a manifestare qualche dubbio in diverse riunioni e colloqui con i dirigenti del suo partito. “Francesco è il più bravo ma è mio cognato: se lo promuovo mi attaccheranno…”, erano le riflessioni dell’attuale premier cinque anni fa. Tutti gli esponenti di Fratelli d’Italia però la rassicurarono spiegandole che Lollobrigida era il più adatto a gestire il gruppo parlamentare della Camera per le sue capacità politiche e per i suoi rapporti anche con gli altri partiti di maggioranza e opposizione. E quindi, era la tesi, Lollobrigida non poteva essere penalizzato per la sua parentela con Meloni. Così, alla fine, la leader decise di scegliere Lollobrigida che fu eletto il 27 giugno 2018 dall’assemblea dei deputati di Fratelli d’Italia con un’acclamazione unanime.

Dopo la scelta, Meloni elogiò il cognato: “Fratelli d’Italia rinnova il suo capogruppo alla Camera scegliendo una personalità che unisce innovazione ed esperienza. Francesco Lollobrigida è una colonna del nostro movimento che, sono certa, saprà rendere ancora più incisiva l’azione parlamentare di Fdi” scrisse su Facebook. “Sono onorato – aggiunse Lollobrigida – di essere stato scelto dal presidente Meloni e dai miei colleghi per raccogliere un testimone oneroso: rappresentare l’identità, la storia e le idee di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati”.

Da allora la leader di Fratelli d’Italia non ha mai avuto più dubbi sulla promozione di esponenti legati alla sua famiglia: Lollobrigida da capogruppo di Fratelli d’Italia è diventato il braccio destro di Meloni nel partito in grado di tenere i rapporti con le altre forze politiche. Nell’ottobre del 2022 arrivò un po’ a sorpresa la sua nomina a ministro dell’Agricoltura perché in molti chiedevano a Meloni di tenere Lollobrigida capogruppo alla Camera per gestire i rapporti tra Palazzo Chigi e gruppo parlamentare. A giugno del prossimo anno, come ha scritto Il Foglio, “Lollo” invece potrebbe candidarsi alle elezioni europee puntando a un posto da commissario.

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