Moda e Stile

Da Addidas a Channel, Versage e Monclear: ecco la classifica dei marchi di moda che più si sbaglia a scrivere sul web

A stilare l'esilarante classifica marchi di moda più scritti male su Internet è stata Joor, piattaforma web che connette fashion brands e retailers, che ha raccolto tutti gli strafalcioni più diffusi nelle ricerche online

di Ilaria Mauri

Channel, Addidas, Versage, Locaste, Ascis, Monclear… no, non sono le ultime versioni “taroccate” dei noti brand del lusso ma piuttosto le storpiature con cui gli utenti nel mondo cercano sul web i marchi di moda in questione. Proprio così. Tutte griffe dal giro d’affari miliardario, note e arcinote, ma il cui nome spesso crea qualche problema agli utenti che si accingono a scriverlo. A stilare l’esilarante classifica marchi di moda più scritti male su Internet è stata Joor, piattaforma web che connette fashion brands e retailers, che ha raccolto tutti gli strafalcioni più diffusi nelle ricerche online.

A conquistarsi il primato di brand più “sbagliato” è il marchio sportivo tedesco Adidas, con una media di 556mila errori al mese: nonostante la sua popolarità, infatti, c’è chi lo chiama “Addidas” (487.000 ricerche mensili) e chi invece “Addias” (48.000 ricerche mensili). Al secondo posto della classifica troviamo l’iconica maison francese Chanel: a scrivere erroneamente il nome del brand fondato da Coco Chanel sono circa 408.700 persone al mese. In particolare, c’è chi lo chiama “Channel” (402.000 ricerche mensili) e chi “Chanell” (6.700 ricerche mensili). Sul gradino più basso del podio troviamo invece Swarovski con una media di 85.300 errori mensili (in questo caso, diciamolo, assolutamente comprensibili): si va da “Swaroski” a “Swarvoski”.

Seguono poi Louis Vuitton, storpiato in “Luis Vuitton” ma anche “Louis Vutton” o “Vitton“; Versace – diventato “Versage”, “Verace” e “Vercase” -; Christian Dior (“Christin Dior”) ma anche Lacoste (“La coast” e “Locaste”) e Moncler, con gli utenti che si sono sbizzarriti chiamandolo “Monclear”, “Moncleir”, “Monclare”. Per non parlare poi di Bulgari diventato “Bvulgary”. E se in certi casi l’errorino è (quasi) giustificabile (vedi ad esempio Swarovski ma anche di Vivienne Westwood o Christian Louboutin), in tanti altri si tratta per lo più di scivoloni dovuti ad inglesismi o più banalmente a errori di battitura (Armani che diventa “Armany” o Moschino “Moscino”. Viene più difficile, invece, giustificare gli strafalcioni su nomi come Prada (la versione “Parada” conta 5,800 errori al mese) o Cartier (scritto “Catier” da 11mila utenti al mese).

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