Marcell Jacobs ha risposto alle critiche e alla delusione trascinando la staffetta azzurra alla medaglia d’argento. I Mondiali di Budapest quindi riconsegnano all’atletica italiana un campione ritrovato, che dopo la mancata finale nei suoi 100 metri ha dimostrato una condizione in netta crescita. Segno che, senza ulteriori stop, tra poco meno di un anno a Parigi Jacobs potrà dire la sua per provare a difendere lo straordinario oro olimpico conquistato a Tokyo. Ancora però lo straripante velocista che strabiliava il mondo intero nell’estate 2021 non si è visto. E il presidente della Federatletica, Stefano Mei, ha una sua teoria al riguardo: “Il Jacobs del Mondiale indoor capace di battere Coleman valeva 9”75. Dal virus in Kenya, sottostimato, è stato un calvario. Nessuno mi toglie dalla testa che quel virus abbia potuto aver influito sul sistema muscolare dell’atleta”, ha affermato al Corriere della Sera.

Per spiegare le parole di Mei bisogna riavvolgere il nastro. Molti pensano che Jacobs dopo le Olimpiadi sia sparito, ma è falso: l’anno scorso appunto ha vinto la medaglia d’oro sui 60 metri ai Mondiali indoor (e anche il titolo europeo ad agosto 2022). Era metà marzo e – come ricorda il presidente dell’atletica azzurra – il velocista sembrava lanciato verso un anno di trionfi. Fino alla data del 7 maggio, quando arrivò l’annuncio che Jacobs era ricoverato in ospedale a causa di problemi gastrointestinali. Un virus gli impediva di partecipare al meeting in programma quel giorno a Nairobi, in Kenya. Da allora Jacobs non è più tornato quello di Tokyo: ai Mondiali 2022 di Eugene non ha corso le semifinali, ha vinto l’oro agli Europei ma con un 9″95 modesto per lui e ha vinto un argento agli Europei indoor, battuto da Samuele Ceccarelli. Le sue prestazioni sono sempre state inficiate dagli infortuni.

Ora invece a Budapest l’azzurro sembra aver cominciato la nuova scalata verso la vetta della velocità mondiale, ora occupata dall’americano Noah Lyles. “Anche Marcell è stato rianimato dalla staffetta, ora vuole la Cina: finirà la stagione ampiamente sotto i 10”. La prossima, con gli Europei a Roma e l’Olimpiade a Parigi, sarà decisiva. Gliel’ho detto: non c’è nessun bisogno che nel 2024 faccia i Mondiali indoor. Se rivincerà l’oro olimpico nessuno si ricorderà che non ha vinto due Mondiali”, ha dichiarato Mei. Che evidentemente già sogna in grande. “Nell’atletica ci sono le stagioni, i cicli, le annate. Ci sta. Questa è la nostra età dell’oro: 72 dei 78 azzurri portati a Budapest dal d.t. La Torre hanno gareggiato. Quattro record nazionali (tutte donne), 9 personali, 15 stagionali. In pista tutti danno il massimo”, prosegue il presidente federale. Che conclude “I nostri atleti di punta ormai sono icone, riferimenti assoluti. Jacobs e Tamberi, certo, che ormai io accosto, oltre che a Consolini, Mennea e Simeoni, alla Pellegrini e Valentino Rossi. Ma dietro c’è un’Italia che cerca di emergere. Penso agli 800entisti, con affetto. Penso a Larissa Iapichino e Furlani, i giovani che hanno fatto esperienza. Il Mondiale non è un meeting: qualche controprestazione è fisiologica“.

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