Sono circa 23mila i reperti culturali cinesi di cui i media di Pechino chiedono la restituzione al British Museum di Londra, in quanto acquisiti dall’Inghilterra “attraverso canali impropri”. La restituzione, da effettuarsi “a titolo gratuito”, è reclamata dal Global Times, tabloid in lingua inglese del Quotidiano del Popolo, organo stampa del Partito comunista cinese, il quale esorta il Regno Unito ad “astenersi dall’adottare un atteggiamento resistente, prolungato e superficiale”. Non solo cinesi i pezzi reclamati: il quotidiano fa anche riferimento all’India, alla Nigeria e al Sudafrica, “paesi che sono stati saccheggiati”.

“Esortiamo il governo britannico a cooperare nelle procedure legali e di altro tipo per facilitare il processo, che sarà un test e una verifica della sincerità della Gran Bretagna nel cancellare la macchia coloniale e fare ammenda per i suoi peccati storici”, si legge. La richiesta di restituzione arriva in seguito alla notizia dei reiterati furti, da parte di un dipendente, di numerosi reperti custoditi nel museo. Una rivelazione che “ha scioccato non solo il Regno Unito, ma anche tutti gli altri paesi che hanno collezioni nel British Museum”. “In altre parole” – sottolinea ancora il Global Times – “ciò di cui il British Museum non riesce a prendersi cura, e ciò che perde e si rompe, è in realtà principalmente proprietà culturale appartenente ad altri paesi, quindi come può questo non essere straziante”.

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