Oranje contro papaya, due diverse sfumature di arancione che alla vigilia del Gran Premio di Zandvoort hanno distolto un poco l’attenzione dalle vicende della pista, con un Max Verstappen alla ricerca, in casa propria, dell’ennesimo record da battere, in questo caso il numero di gran premi vinti consecutivamente (8 quelli del pilota Red Bull, 9 il primato detenuto da Sebastian Vettel e stabilito proprio con il team dell’energy drink). Nel caso della guerra tra arancioni non ci sono però di mezzo talento e statistiche, ma regolamenti e salute. Dal 2006 il Circus della Formula 1 ha vietato la pubblicità di sigarette e prodotti contenenti tabacco sulle livree delle monoposto e, di conseguenza, su tutti i materiali riguardanti i team. In Olanda la legislazione anti-fumo è arrivata ancora prima, nel 2002. Ma ogni normativa, se studiata approfonditamente, presenta un vuoto, e proprio questa piccola falla sta permettendo alla McLaren di scendere in pista sponsorizzando un prodotto la cui vendita è proibita nel paese dove si correrà la gara. Si tratta di Velo, bustine di nicotina prodotta da una società appartenente al gruppo BAT (British American Tobacco), il secondo più grande produttore di sigarette al mondo.

La vicenda è nata dopo una protesta ufficiale presentata da una serie di associazioni sanitarie olandesi, tra cui la De Hartstichting, che si occupa di malattie cardiache, e la KWF, specializzata nella lotta contro i tumori. Il loro ricorso è però stato respinto dalla Commissione per il Codice Pubblicitario, in quanto il divieto riguarda prodotti contenenti tabacco. Le bustine di Velo contengono invece solo nicotina e pertanto non rientrano in tale categoria. Queste bustine, la cui vendita non è legale nemmeno in Italia, contengono una polverina bianca aromatizzata che viene messa sotto il labbro e assorbita dalle gengive e dalla mucosa orale. Si tratta di un prodotto che il BAT ha creato, assieme alle sigarette elettroniche del marchio Vuse, per abbandonare le sigarette e passare a prodotti con nicotina ma privi di tabacco (e questa è la differenza con lo Snus, al quale sono impropriamente associate, che invece è composto da tabacco umido in polvere). Il consumo in continuo aumento delle bustine, specialmente tra i giovani, ha indotto lo scorso aprile il governo olandese a vietare la vendita di tutti i tipi di bustine di nicotina. Tuttavia, la legislazione relativa al divieto di pubblicità è ancora in fase di lavorazione, e proprio per questo la McLaren ha avuto gioco facile nel portare il suo sponsor Velo a Zandvoort – anche se in pista le monoposto recheranno la scritta Love, ma solo grazie a un concorso lanciato sui propri canali social dal team di Woking che prevedeva l’estrazione di 60 nominativi di altrettanti tifosi i cui nomi verranno aggiunti sulle MCL60 di Lando Norris e Oscar Piastri.

Pur consapevoli di un sistema normativo in fase di definizione, le associazioni sanitarie olandesi hanno cercato di forzare la mano puntando sull’incongruenza tra il divieto di commercializzazione e vendita di un prodotto nel paese e la possibilità di pubblicizzarlo. Il punto focale rimane, però, la pericolosità per la salute. Marc Willemsen, esperto di controllo del tabacco, ha parlato di “forte dipendenza creata da questa bustine, che fanno anche molto male. La causa è la nicotina, sostanza che originariamente si trova su una pianta di tabacco e garantisce che gli insetti non mangino la pianta. E’ una specie di veleno. La nicotina colpisce il sistema nervoso, è dannosa per il cervello e colpisce il sistema cardiovascolare. E ancora oggi non è chiaro la quantità di nicotina presente in una bustina”. La reazione della McLaren è stato un comunicato stampa tanto asettico quanto inattaccabile, nel quale si leggeva che “tutti i marchi presenti sulle McLaren sono pienamente conformi ai requisiti normativi ed agli standard pubblicitari di ogni paese in cui gareggiamo”. Epilogo quindi diverso rispetto a Mission Winnow, il logo mascherato Philip Morris che campeggiava sulle Ferrari qualche anno fa. Ma in quel caso si trattava, appunto, di sigarette.

In Italia per Monza e Imola il problema Velo-McLaren nemmeno si pone, dal momento che, sul piano legale, l’attuale definizione di “prodotto del tabacco” non include la nicotina non derivata dal tabacco. Anzi, la direzione intrapresa sembra muoversi sul lato opposto, dopo che lo scorso anno nel Decreto Milleproroghe era comparso in extremis un pacchetto di norme che ha dato il via alla produzione in Italia delle bustine di nicotina Velo nell’impianto di Trieste del BAT, con destinazione Danimarca per la commercializzazione.

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F1, Gp Olanda: vince sempre Verstappen, eguagliato record di Vettel. Gara pazza, la Ferrari delude

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