“Posso capire l’orgoglio nazionale degli italiani, ma quando abbiamo visto che l’asta di gara è andata deserta e che non c’erano offerte per realizzare la pista da bob di Cortina per le Olimpiadi del 2026, abbiamo deciso di presentare noi un’offerta ufficiale all’Italia, mettendo a disposizione la nostra pista”. Georg Willi, sindaco di Innsbruck, appartenente al partito verde dei Grune, lancia da Bolzano una proposta che arriva dopo anni di polemiche sulla fattibilità di un progetto che costerà al nostro governo almeno 124 milioni di euro. Il sindaco, per non urtare suscettibilità politiche, ha aspettato di vedere l’esito della prima fase della gara di Infrastrutture Milano-Cortina 2026, cui è seguito l’avvio di una trattativa privata su invito, tuttora in corso, ma dall’esito incerto, mentre ormai il tempo per portare a termine i lavori è agli sgoccioli. Adesso ha scritto una lettera ad Andrea Varnier, amministratore delegato di Fondazione Milano-Cortina 2026.

“Un risparmio di 100 milioni” – Willi ha calato una proposta allettante, a suo dire concreta e fattibile: la richiesta di un contributo di 12,5 milioni di euro per fare i lavori. Per l’Italia, se accolta, significherebbe un risparmio di oltre 100 milioni di euro, visto che rifare la “Eugenio Monti” costerebbe dieci volte di più. Per il movimento dei Verdi, che sostiene da sempre l’alternativa, è un modo per affermare un’altra opzione rispettosa dell’ambiente, evitando di aggravare i costi olimpici che per gli italiani hanno già superato i 3 miliardi di euro. La conferenza stampa che si è tenuta nella sede dei Verdi Grüne Vërc, seppur con toni garbati, ha confutato anche alcune delle tesi con cui Fondazione, Infrastrutture e il Coni avevano già respinto l’ipotesi di un Piano B, che si avvalesse dell’aiuto austriaco. A inizio 2023 Varnier aveva scritto al direttore dell’impianto di Innsbruck chiedendo informazioni sullo stato della pista. La mail si era persa e ne era nato un pasticcio. Poi gli italiani avevano continuato a puntare sulla nuova struttura di Cortina.

“Può essere pronta a fine 2024” – L’impianto di Innsbruck-Igls ospita già gare di bob, slittino e skeleton, con una deroga concessa dalle federazioni internazionali, in attesa del restauro che è già progettato. Lo ha spiegato il sindaco, affermando che nel caso di Cortina la pista dovrà essere fatta dal nulla, mentre a Innsbruck si deve modificare solo l’ultima curva e il rettilineo finale dove avviene la fase di frenaggio. Tutta la parte restante è già collaudata e pronta. Si tratterebbe, quindi, di raccordare l’esistente con la parte nuova. “Innsbruck, in quanto città olimpica, deve e vuole omologare la sua pista di bob e slittino per poter disputare competizioni internazionali di alto livello anche dopo il 2024. I costi stimati per l’omologazione ammontano a circa 27,43 milioni di euro, che saranno ripartiti in parti uguali tra la Repubblica d’Austria, il Tirolo e la Città di Innsbruck” ha detto Willi. E l’Italia? “Con un contributo di 12,5-15 milioni di euro si potrebbero portare a termine i lavori, pianificando anche una collaborazione post Olimpiadi, per rilanciare e sostenere gli sport di scivolamento per le nazionali italiane”. La tempistica consentirebbe di avere la pista pronta nella parte che serve al collaudo per la fine del 2024, come previsto dal Cio, mentre tutto l’impianto sarebbe ultimato entro il novembre 2025. I lavori comincerebbero nella primavera 2024, previa trattativa con l’Italia.

Smentito lo studio italiano – Le rassicurazioni del sindaco confutano quanto è stato scritto nello studio delle alternative contenuto nel progetto definitivo redatto da Infrastrutture, che aveva preso in esame le piste esistenti in Europa. L’impianto di Innsbruck era stato scartato per una questione di costi e tempi: “È previsto un significativo intervento di ristrutturazione dell’ultima parte del tracciato di gara e dell’edificio di arrivo (circa 1/3 del tracciato), per consentirne l’adeguamento agli standard di sicurezza dell’ultima curva del tracciato e del rettilineo di arrivo (intervento stimato in 50 milioni di euro)”. La somma a carico dell’Italia, rispetto a quella valutazione globale, sarebbe al massimo di 15 milioni di euro. “La struttura non risulta rispondente ai requisiti funzionali richiesti per una venue olimpica e attualizzando il cronoprogramma alla data in cui si redige la presente relazione, supponendo che la decisione iniziale venga presa a gennaio 2023, emerge l’impossibilità di spostare la venue olimpica nell’impianto austriaco, in quanto il test event verrebbe concluso ad aprile 2026, due mesi dopo le Olimpiadi”. Il sindaco ha assicurato, invece, che a fine 2024 il primo collaudo si potrà fare.

“Aiutiamo la montagna dolomitica” – I rappresentanti dei Verdi hanno ribadito di voler “aiutare politici e tecnici a fare la scelta che il CIO sollecita da anni alla Regione Veneto: si riusi l’esistente, senza indebitare la comunità per un’opera destinata a risucchiare risorse e fondi, che non rilancia la montagna veneta, nè Cortina”. Felix von Wohlgemuth, co-portavoce dei Verdi Grüne Vërc: “L’esperienza di Torino 2006, con una pista dal costo di 110 mln di euro, dovrebbe servire da monito. Il tentativo di mantenere l’attività è fallito a causa di costi di gestione annuali di circa 1 milione di euro. Non si dovrebbe compiere lo stesso errore due volte”. Aurora Floridia, senatrice di Europa Verde: “In diverse conversazioni a Roma mi è stato assicurato che c’erano stati dei tentativi di contattare Innsbruck o il Tirolo. Tuttavia è apparso subito chiaro che nessuna lettera aveva raggiunto i nostri vicini. Abbiamo quindi deciso di attivarci”. Cristina Guarda, consigliere regionale veneta di Europa Verde, ha concluso: “Grazie al nostro lavoro si sono resi trasparenti anche gli ingenti costi di gestione e gli accordi non pubblicizzati di coprire le perdite di gestione con fondi dei Comuni confinanti. L’operazione verità ha reso nota anche la posizione del CIO, espressa in molteplici comunicazioni alla Regione del Veneto: sconsigliava fin dal principio la costruzione di una nuova pista, citando la pista di Innsbruck-Igls come una delle soluzioni più ovvie in termini di cooperazione nella regione alpina centrale”.

Il governo tira dritto – Gli italiani rispondono picche. Andrea Varnier accusa gli austriaci di scorrettezza. “Ancora una volta i responsabili dell’impianto di Innsbruck scelgono una modalità di rapporto anomala e scorretta, veicolando una loro proposta attraverso i media e rendendola pubblica con una conferenza stampa nel momento stesso in cui la notificano. Tale proposta va comunque valutata con attenzione. A una prima lettura, i dati messi a nostra disposizione riguardano solo costi operativi e gestionali di un eventuale utilizzo della pista durante i Giochi, mentre sembrano mancare ulteriori e rilevanti informazioni tecniche, che erano state invece richieste formalmente in diverse comunicazioni risalenti al periodo tra marzo e maggio 2023″. Luigivalerio Sant’Andrea, Commissario di Governo e Amministratore delegato di Infrastrutture replica in modo perentorio, difendendo l’opera da 124 milioni di euro. “Attualmente è in corso la procedura per l’affidamento dei lavori che si completerà entro la fine del mese di settembre. Il progetto, a seguito di una approfondita analisi comparativa con gli impianti sportivi esistenti, ha tenuto conto anche della possibilità di poter utilizzare impianti prossimi al confine italiano: con il supporto tecnico delle Federazioni è stato tuttavia riscontrato che gli impianti esaminati non fossero in possesso dei requisiti prestazionali per ospitare le Olimpiadi, compreso Innsbruck”.

Il comunicato dà una notizia importante: l’affidamento dei lavori non avverrà prima della fine di settembre. A quel punto per realizzare l’opera – almeno nella parte della pista, dell’impianto di refrigerazione e di illuminazione – mancheranno solo tredici mesi e mezzo, visto che dev’essere pronta per metà novembre 2024.

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