Nessuno vuole impegnarsi nella corsa contro il tempo per realizzare la nuova pista da bob di Cortina per le Olimpiadi del 2026, nel rispetto del bando di gara. È questa la conclusione a cui si arriva dopo la chiusura della fase di selezione delle offerte con bando pubblico per un’opera da 82 milioni di euro per quanto riguarda i lavori, in realtà da circa 124 milioni di euro per la reale entità dell’impegno finanziario a carico dello Stato. Alle 12.30 del 31 luglio, infatti, è scaduto il termine per inoltrare a Società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 (Simico) le offerte relative al bando di gara pubblicato nel mese di giugno. Nessuna offerta è stata presentata. Non rimane che la “procedura negoziata”, per evitare che una delle opere “indifferibili” delle Olimpiadi non sia costruita, con una figuraccia molto poco olimpica.

Lo si evince dal comunicato emesso da Simico: “Si è conclusa oggi, lunedì 31 luglio 2023, la prima parte della procedura di Gara prevista per l’affidamento dei lavori relativi all’intervento ‘Cortina Sliding Centre – Lotto 2 – Riqualificazione Pista Eugenio Monti’, opera connessa alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026. Al termine di questa fase non risultano pervenute offerte”. Nessuna impresa o raggruppamento di imprese ha ritenuto, quindi, di proporsi per completare un lavoro impegnativo e controverso, viste le polemiche degli ambientalisti e i tempi di realizzazione strettissimi. La pista funzionante, con tutto il sistema di refrigerazione, dovrebbe infatti essere ultimata per il novembre 2024, così da essere messa a disposizione delle federazioni e degli organi tecnici per il collaudo. E’ vero che le gare olimpiche si svolgeranno nel febbraio 2026, ma il collaudo è possibile solo nell’inverno precedente, visto che servono basse temperature. Per questo la parte principale della “Eugenio Monti” (completamente rifatta, non una semplice ristrutturazione) deve esser pronta prima dell’inverno 2024-25.

Ormai anche i più ottimisti sono consapevoli che i tempi sono strettissimi. Inizialmente per costruire la pista erano previsti 40 mesi di lavoro. Il termine si è ora ridotto drammaticamente a 15 mesi per la pista vera e propria e a 26 mesi (consegna a novembre 2025) se si considerano le opere di contorno (tribune, locali comuni, depositi…). Quale impresa può essere disposta a una sfida del genere, con il rischio di penali ingenti, seppure dietro la contropartita di un’ottantina di milioni? Solo così si spiega perché il bando pubblico di Simico è andato deserto. Visto che è un’opera dal valore ingente, non dovrebbe essere trattata con una procedura negoziata (praticamente un affidamento diretto, seppur in una rosa di offerte) previsto per importi che vanno da 150mila euro a un milione di euro. Invece accadrà proprio questo, grazie al nuovo Codice degli appalti. Una pista che costerà più di 120 milioni di euro verrà affidata con le procedure previste per l’asfaltatura di una strada. Nella seconda parte, il comunicato di Simico indica, infatti, il percorso che verrà seguito: “Come stabilito dalle norme vigenti, è già stata avviata nella giornata odierna la Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara ai sensi dell’articolo 76, comma 2 del d.lgs 36/2023. La procedura ha tempi contingentati e potrà garantire il rispetto delle tempistiche indicate nel Disciplinare di gara relativo alla realizzazione dello Sliding Centre di Cortina”.

L’articolo 76 è contenuto nel Nuovo Codice degli appalti e consente alla stazione appaltante (in questo caso Simico) la scelta dell’esecutore di un’opera (e senza pubblicazione di un bando) poiché ricorre la condizione prevista dal comma 2: “Quando non sia stata presentata alcuna offerta o alcuna offerta appropriata”. Ora cosa accadrà? Lo spiega il comma 7 dello stesso articolo 76. “Le stazioni appaltanti individuano gli operatori economici da consultare sulla base di informazioni riguardanti le caratteristiche di qualificazione economica e finanziaria e tecniche e professionali desunte dal mercato, nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza, selezionando almeno tre operatori economici, se sussistono in tale numero soggetti idonei”. Prima della riforma i soggetti erano cinque. Una volta consultati i potenziali costruttori, “la stazione appaltante sceglie l’operatore economico che ha offerto le condizioni più vantaggiose, previa verifica del possesso dei requisiti di partecipazione”. È quello che accadrà ora. Simico individuerà i soggetti a cui chiedere un’offerta, sulla base dei progetti della pista da bob, slittino e skeleton. Siccome i costruttori di piste non sono molti al mondo, è possibile che il numero delle imprese che saranno interessate sia addirittura inferiore a tre. Poi la stazione appaltante deciderà, assegnerà i lavori e stipulerà un contratto. Quanto tempo ci vorrà? Simico parla di “tempi contingentati” e giura che le scadenze saranno rispettate. In realtà il decreto legge Semplificazioni del 2020 indica in quattro mesi il termine entro il quale la procedura negoziata si dovrà concludere. Cioè, entro novembre, quando mancheranno solo 12 mesi alla consegna della pista per il collaudo. Un soffio, considerando che le imprese che saranno contattate chiederanno tempo per studiare i progetti e formulare l’offerta più adeguata.

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