Cinquecentocinquanta mila euro per allestire il palco della 729esima edizione della festa della Perdonanza a L’Aquila. Una spesa considerata “enorme” dall’ex sindaco Massimo Cialente e da Nello Avellani, neo segretario cittadino del Partito Democratico che a ilfattoquotidiano.it denunciano i costi ma chiedono anche un intervento della Sovrintendenza ai Beni culturali per la vicinanza del palco alla basilica di Santa Maria. “La chiesa – spiega il segretario Avellani – dove è stato incoronato papa Celestino V il 29 agosto 1294 è sacrificata in nome dei concerti, di eventi realizzati con i soldi della ricostruzione che non lasceranno nulla sul nostro territorio”. A parlare è la determina di giunta (numero 3555 dell’11 agosto scorso) visibile sul sito dell’amministrazione guidata dal sindaco di Fratelli d’Italia Pierluigi Bondi e pubblicata sul quotidiano Il Centro nei giorni scorsi: per il noleggio del palco con copertura, delle transenne e delle sedie sono stati spesi 222.904,00; per il servizio di audio, video e luci, un totale di 210.025,76; per la fornitura e la posa della pavimentazione salvaprato 116.820,00. Il totale, come si fa presto a dire, è di 549mila euro.

“Questo è il palco della discordia. Quando ero sindaco organizzavamo la festa della Perdonanza con 220 mila euro. Ora le pare possibile che spendano solo 550 mila euro per il palco? Manco arrivasse Jovanotti. Questi soldi sono quelli che ancora sono a bilancio per la ricostruzione: si tratta del famoso 4% destinato allo sviluppo economico e quindi anche culturale della città. Ma se si fanno spettacoli di questo tipo che ritorno ci sarà sulla città? Quando finiranno questi fondi all’Aquila non ci sarà alcuna progettualità”. L’ex primo cittadino non contesta solo l’ingente spesa per la tradizionale festa (Il Centro parla di oltre un milione tra palco, artisti, ufficio comunicazione e altro ancora) ma anche la collocazione del palco: “E’ stato posizionato a meno di tre metri circa dall’ingresso della basilica”. La sera del 28 agosto, fino alla chiusura ai vespri del giorno successivo, ci sarà un grande afflusso nella chiesa per la cerimonia e il timore è per la sicurezza: “Come defluirà la gente? Potevano organizzare questo evento in un altro luogo della città. C’è chi dice che anche le vibrazioni acustiche potrebbero danneggiare il nostro più importante monumento”.

Una presa di posizione condivisa da Avellani che è anche un giornalista: “Ci auguriamo che la Sovrintendenza nei prossimi giorni intervenga. Noi non siamo esperti della materia ma la questione va posta a chi di dovere. Questa spesa è il simbolo di come l’amministrazione tenda solo all’ostentazione organizzando eventi molto costosi che non avranno alla lunga alcuna ricaduta sul territorio. Colle Maggio è diventata solo lo sfondo dei concerti; una mercificazione della spiritualità”.

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