Due mesi in Italia si era creato questo paradosso sul suicidio assistito: il Veneto aveva detto sì a “Gloria” (a cui successivamente sono stati forniti farmaco e strumentazione, ndr), il secondo non aveva neanche risposto ad “Anna”, 55 anni, affetta da sclerosi multipla. “La mattina mi sveglio e attendo che inizino le operazioni di assistenza e cura del mio corpo. Ogni giorno, dal 4 novembre 2022, attendo che qualcuno mi avvisi che verrà a verificare le mie condizioni e come potrò accedere all’aiuto al suicidio quando lo vorrò. La sofferenza che provo non ha confine, ho tanto amore attorno che mi mantiene in vita, ma desidero poter essere libera di scegliere quando morire visto il peggioramento della mia malattia. Chiedo ai dirigenti della mia azienda sanitaria di chiudere gli occhi e di immaginare cosa significa essere malati come me. Immaginare ogni singolo minuto ferma, immobile, in un tempo che non passa, trascorre lento”. Oggi finalmente la Commissione medica multidisciplinare nominata dalla Asugi ha terminato la verifica delle condizioni della donna, in risposta alle richieste del Tribunale di Trieste, confermando che sussistono tutti i requisiti per accedere alla morte volontaria assistita come fa sapere l’Associazione Coscioni. L’associazione si era rivolta alla magistratura proprio su richiesta di “Anna”

Il caso di “Anna” è particolare perché, per la prima volta in Italia, viene riconosciuto che “l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi” rientra nei requisiti ammessi dall’Asl come “trattamento di sostegno vitale” fa sapere l’Associazione. Quella della 55enne è patologia irreversibile senza possibilità di cura e senza alcuna terapia possibile. La donna, ricorda l’associazione, si esprime con una voce estremamente flebile e ipofonica, ma è una vigile e perfettamente lucida. “È completamente dipendente dall’assistenza: mangia, si lava, si muove, va in bagno solo se fisicamente assistita da terzi. Quel filo di voce che ha, ancora per poco, le consente di comunicare la sua ultima volontà: accedere al suicidio medicalmente assistito”, sottolinea l’Associazione Coscioni.

“È davvero importante il riscontro positivo della Commissione multidisciplinare della Asugi che, nel dichiarare sussistenti tutti i requisiti indicati dalla Consulta con la sentenza n. 242/2019, ha affermato come l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi cui ‘Anna’ è continuamente sottoposta, anche per l’espletamento delle funzioni di vita quotidiane, è un trattamento di sostegno vitale in assenza del quale non potrebbe autonomamente sopravvivere”, dichiara Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni che coordina il collegio legale di studio e difesa della donna. “Questo dimostra – continua Gallo – che le strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale o Regionale, indicate dalla Consulta come gli organi deputati a verificare la sussistenza dei requisiti per accedere all’aiuto alla morte volontaria assistita e che conoscono le condizioni con cui i malati si trovano a convivere quotidianamente, individuano, a seguito della verifica della condizione delle persone malate con diverse patologie e diverse condizioni di cura e assistenza, diversamente per competenza – rispetto ai giudici – che il requisito del ‘trattamento di sostegno vitale’, deve essere valutato fornendo una visione d’insieme più ampia e maggiormente rispondente alla reale situazione in cui i malati come Anna si trovano a (soprav)vivere”.

Oggi la donna è ancora più vicina a ottenere quello che le spetta di diritto: il riscontro definitivo alla richiesta di verifica delle condizioni previste dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale, che ha indirizzato alla Asugi addirittura nel novembre 2022. Abbiamo chiesto alla Asugi di attivare velocemente il comitato etico competente che, tramite il ‘parere del Comitato Etico Unico Regionale – CEUR rilasciato su richiesta di ASUGI del 23.12.2022’ avente come oggetto ‘accesso legale all’aiuto al suicidiò ha indicato nel ‘Nucleo etico per la pratica clinica’, istituito con la delibera della Giunta Regionale n. 73 del 22 gennaio 2016, come soggetto territorialmente competente; affinché emani il proprio parere, a seguito del quale l’Azienda Sanitaria potrà elaborare la propria relazione finale indicando anche il farmaco letale, le metodiche di autosomministrazione, il luogo ove ciò potrà avvenire con l’assistenza del medico dell’Asugi e la fornitura di farmaco e la strumentazione necessaria che così potrà essere finalmente libera di decidere se e quando accedere all’aiuto alla morte volontaria assistita” conclude Gallo.

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