Una preghiera per la fine di tutte le guerre, soprattutto quella in Ucraina. Papa Francesco, alla vigilia della messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, è tornato a Fatima per pregare il rosario con i giovani ammalati. Nel 2017 Bergoglio era stato già nel celebre santuario per il centenario delle sei apparizioni mariane ai tre pastorelli, i santi Francisco e Jacinta Marto, scomparsi prematuramente, e suor Lúcia dos Santos, morta nel 2005 e di cui è in corso la causa di beatificazione. Proprio recentemente, il 22 giugno 2023, Francesco ha autorizzato il Dicastero delle cause dei santi a promulgare il decreto sulle virtù eroiche dell’ultima veggente, passo fondamentale verso la sua beatificazione.

Le apparizioni portoghesi sono legate anche al famoso segreto di Fatima diviso in tre parti. Le prime due hanno ispirato Bergoglio a consacrare, il 25 marzo 2022, al Cuore immacolato di Maria sia la Russia, come chiesto proprio dalla Madonna, che l’Ucraina, ovvero i due Paesi attualmente in guerra. Lo ha ricordato monsignor José Ornelas Carvalho, vescovo di Leiria-Fatima e presidente della Conferenza episcopale portoghese, nel saluto rivolto al Papa: “Ci associamo anche alla preghiera di Vostra Santità per la pace, con la quale si identifica profondamente questo santuario, pensando in modo particolare alla guerra nell’Ucraina e a tanti altri focolai di conflitto nel mondo, che pesano drammaticamente sulla vita e sul futuro soprattutto dei bambini e dei giovani. La nostra preghiera – ha aggiunto il presule – si ispira anche alla premura materna della Madre di Gesù, qui rivelata verso tre bambini, semplici e poveri pastorelli, durante una sanguinosa guerra e una pandemia che ne uccise due di loro, incoraggiandoli in mezzo alle sofferenze e facendo sbocciare nei loro cuori l’unione con Gesù e la speranza fino alla vita senza limiti presso Dio. Perciò preghiamo in modo particolare con e per i bambini e i giovani vittime della malattia, della povertà, della fame, di ogni tipo di conflitto, degli abusi, delle ingiustizie e dell’esclusione dei più deboli”.

Al termine della recita del rosario, Francesco ha tenuto una breve meditazione a braccio, mettendo da parte i fogli con il discorso preparato e anche la preghiera che avrebbe dovuto leggere alla fine. Evidentemente, persiste il problema con gli occhiali che Bergoglio aveva riscontrato già nel suo terzo giorno in Portogallo: “Sono molte le cose che vorrei dirvi ora, ma succede che non mi stanno funzionando ‘i riflettori’ e non posso leggere bene. Perciò ve lo consegno, perché lo rendiate pubblico poi. Non si può forzare la vista e leggere male”. Nel santuario il Pontefice ha pregato a lungo davanti alla statua della Madonna nella cui corona è incastonato il proiettile che ferì san Giovanni Paolo II nell’attentato del 13 maggio 1981, anniversario della prima apparizione di Fatima, compiuto da Ali Agca.

Ai 200mila pellegrini presenti il Papa ha ribadito che “la Chiesa non può che essere la casa della gioia. La cappellina in cui ci troviamo è una bella immagine della Chiesa: accogliente e senza porte”. E ha aggiunto: “La Chiesa non ha porte, così tutti possono entrare. E qui anche possiamo insistere perché tutti possono entrare perché è la casa della Madre e tutti, tutti, tutti possono entrare senza esclusione”. Un tema, quello dell’inclusione, che Francesco sta sottolineando spesso durante la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, giunta ormai al culmine. Un milione di giovani è atteso per la veglia del 5 agosto e la messa conclusiva del 6 agosto.

Twitter: @FrancescoGrana

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