A suo carico pende una pena complessiva di 9 anni di reclusione ma, visto che aspetta il suo decimo figlio, l’ingresso in carcere è nuovamente rimandato. È la storia di una donna di 32 anni, rintracciata dalla polizia nella notte tra il 3 e il 4 agosto in un hotel di Monza. La sua fedina è piuttosto lunga: furti, scippi, armi e immigrazione irregolare per la cittadina bosniaca che ha iniziato la sua “carriera” dopo il suo arrivo in Italia nel 2004, quando aveva appena 13 anni. I ripetuti borseggi hanno fatto sì che in diverse città le venisse vietato l’accesso a luoghi come stazioni e metropolitane. A Milano, il questore le aveva comminato un daspo di 12 mesi, in vigore dal marzo scorso.

La donna si trovava in un albergo insieme al suo compagno. Una volta verificato come fosse madre di 9 figli e in attesa del decimo, ne è stata attestata l’incompatibilità con il regime carcerario. Tra i precedenti, anche alcune false attestazioni delle proprie generalità: più volte ha dichiarato di chiamarsi in modo differente, di essere cittadina francese o e di essere nata in luoghi e date diversi.

Le numerose condanne per i plurimi reati commessi dalla donna tra il 2004 e il 2022 avevano determinato l’adozione di un provvedimento giudiziario di unificazione delle pene inflitte, con un ordine di esecuzione per un totale di 7 anni, 11 mesi e 9 giorni di reclusione e una multa di importo pari a 4mila euro. Anche in questo caso, però, la donna, ha risposto agli agenti mostrando un certificato medico che attesta il suo stato di gravidanza. Terminati gli accertamenti del caso, e preso atto del non luogo a procedere, gli agenti hanno comunicato all’autorità giudiziaria di disporre un nuovo differimento dell’esecuzione della pena residua di 9 anni.

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