Il colosso farmaceutico statunitense Pfizer ha chiuso il secondo trimestre 2023 con un utile netto pari a 2,3 miliardi di dollari (21 miliardi di euro), in calo del 77% rispetto allo stesso periodo del 2022 ma comunque al di sopra delle attese. I ricavi si dimezzano a 12,7 miliardi, penalizzate dal crollo della domanda di prodotti anti-Covid. Escludendo il vaccino Comirnaty (il vaccino contro il Covid sviluppato con la tedesca BioNtech, ndr) e l’antivirale Paxlovid, i ricavi operativi segnerebbero un +5%, precisa la compagnia. Nel comunicare i risultati, Pfizer restringe fra 67 e 70 miliardi di dollari il range dei ricavi attesi per l’intero esercizio. Restano invece confermati tutti gli altri target, compreso un utile per azione rettificato compreso fra 3,25 e 3,45 dollari. “Nonostante alcune sfide a breve termine sui ricavi dei singoli prodotti – commenta David Denton, responsabile finanziario del gruppo – riteniamo che l’azienda sia ben posizionata per una crescita accelerata dei nostri prodotti non Covid nella seconda metà del 2023″.

L’azienda aveva chiuso gli ultimi anni con un boom di profitti e guadagni dopo aver sviluppato il primo vaccino contro il Covid. L’esercizio 2022 si era chiuso con un incremento degli utili del 43% ad oltre 31 miliardi di dollari e ricavi al di sopra dei 100 miliardi. Le dosi di vaccino hanno assicurato al gruppo giganteschi margini di profitto. A fronte di un costo di produzione stimato al di sotto di un dollaro, i vaccini venivano venduti a circa 30 dollari. Lo sviluppo del medicinale è stato finanziato anche con ingenti risorse pubbliche.

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