Tuttoscuola, il sito d’informazione dedicato al mondo dell’istruzione, mette in luce nel suo ultimo dossier quello che viene descritto come un “sistema opaco” di ottenimento dei titoli di studio di maturità. Secondo i dati riportati, sono ben 10mila gli studenti che nel 2023 hanno ottenuto un diploma di maturità che, seppur riconosciuto legalmente, nasconde “modalità sospette” per quanto riguarda il suo ottenimento. Al centro di questo sistema sono alcuni istituti ben celati “nella grande pancia della scuola paritaria, che invece svolge nel complesso un servizio pubblico insostituibile per il Paese”. “Il sistema opera alla luce del sole, con tanto di autorizzazioni da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che però non ha le forze per fare controlli sostanziali”, osserva Tuttoscuola.

Nell scorso anno scolastico più di 30mila studenti hanno lasciato la scuola statale per passare a quella paritaria; un passaggio che avviene nella gran maggioranza dei casi tra il quarto e il quinto anno: sono infatti impressionanti i tassi di incremento dalla quarta alla quinta riportati nel dossier: dal +92% del 2015 al +166% dell’anno scolastico 2022/2023. “Il numero di iscritti” complessivo, si apprende, è rimasto stabile fino a sette anni fa, con circa 18 mila iscrizioni, “l’anno successivo in quinta il boom: 35mila (2016), 40mila (2019), 45mila (2020), fino agli oltre 50mila del 2022″.

Circa un terzo di questi iscritti si sono rivolti a 92 specifici istituti, su più di 1400 esistenti. Questi numeri, suggerisce il report, fanno ritenere che all’interno del sistema si nasconda “il mondo dei diplomifici”, non toccati da controlli sostanziali e quindi in grado di eludere regole essenziali nella disciplina scolastica statale. Tali istituti sono inoltre distribuiti in modo piuttosto disomogeneo: 82 in Campania, 6 nel Lazio e 4 in Sicilia. “Ma gli studenti che lì vanno a prendere il titolo” – si legge nel dossier – “provengono da tutta Italia, alimentando un vero e proprio turismo da diploma.” “Perché tutti questi istituti raccolgono pochissimi iscritti fino al quarto anno, mentre esercitano una forte attrazione, capace di portare iscritti da tutta Italia, nell’anno della maturità?”, si domanda Tuttoscuola. “L’evasione dell’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni è quasi certamente una delle risposte, in quanto costituisce il motivo della forte attrattiva di candidati da tutta Italia”.

Sul punto è intervienuto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara annunciando l’avvio di un‘indagine ispettiva e l’apertura di un concorso per il reclutamento di 146 nuovi ispettori. Con una nota fa inoltre sapere che “sotto il profilo normativo, verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità”.

“Nel piano semplificazioni del Ministero” – si legge ancora – “è presente una apposita misura dedicata alle scuole paritarie. Si tratta di un progetto che ridisegna e digitalizza la procedura di riconoscimento della parità, rafforzando i controlli anche in itinere, a sostegno delle attività ispettive. Questa misura punta, fra l’altro, a ridurre le distorsioni dei “diplomifici”, espungendoli dalle scuole riconosciute”. Il ministro ha poi dichiarato di star lavorando ad un ulteriore provvedimento che ha lo scopo di velocizzare l’erogazione dei contributi statali alle scuole paritarie “di qualità”, molte delle quali, conclude il ministro, “sono in costante affanno e rischiano la chiusura” pur svolgendo “in una logica di sussidiarietà orizzontale, un ruolo di grande aiuto al Paese, soprattutto per quanto riguarda l’infanzia e la primaria”.

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