Il ddl Nordio con l’abolizione dell’abuso d’ufficio, la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, la proposta delle opposizioni sul salario minimo, l’autonomia differenziata che fa storcere la bocca anche a pezzi di maggioranza, la gestazione per altri. E’ una sintesi dell’agenda della settimana che porterà il Parlamento alla pausa estiva. Senza contare che in commissione entrerà nel vivo l’esame degli emendamenti sul decreto Fisco. Con una metafora non proprio originale si può dire che potrebbe trasformarsi in un ordine dei lavori con temperature simili a quelle fuori dalle Aule. Anche perché – a fronte di una apparente solidità – su alcuni temi è la maggioranza a ritrovarsi un po’ incerta.

Il disegno di legge sulla riforma della giustizia, per esempio, vede una maggioranza non del tutto unita, in particolare proprio per l’abuso d’ufficio. Anche per questo si parla di diverse modifiche al testo nel corso dell’iter parlamentare. Per questa settimana si attende l’incardinamento del disegno di legge in commissione Giustizia del Senato. In queste ore, dalle parti dell’opposizione, si è registrato da una parte un avvertimento dei sindaci del Pd che chiedono in sostanza che – se si dovesse tornare indietro sull’abolizione – l’abuso d’ufficio non torni a essere quello vigente ora, quindi per meglio dire sostengono che una riforma comunque sempre. “Se la maggioranza decide di riaprire il dibattito sull’abuso d’ufficio e considera la possibilità di reintrodurre il reato, lo faccia in scienza e coscienza, evitando storture” ha detto ieri al Fatto Quotidiano il sindaco di Mantova Mattia Palazzi. Nel pomeriggio di martedì peraltro un secondo round sulla giustizia sarà dovuto alla discussione sulla direttiva Ue anticorruzione, riguardante proprio l’abuso d’ufficio, bocciata dal centrodestra la scorsa settimana.

Ancora martedì appuntamento in commissione Lavoro alla Camera per il voto alla proposta di legge sul salario minimo presentata dalle opposizioni unite (con l’eccezione di Italia Viva). Sempre che non vi siano sorprese, considerando la recente apertura della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al confronto. Al quale però al momento non c’è ancora stato un seguito, anche perché Fratelli d’Italia – per voce di Walter Rizzetto – ha chiarito che l’emendamento soppressivo della proposta che il centrodestra ha pronto sarà ritirato solo se le minoranze accetteranno di rinviare il dibattito a settembre. Le opposizioni da parte loro vedono il rischio di un bluff, anche perché a settembre di solito siamo già alle battute preliminari sulla legge di Bilancio che verrà: un ottimo motivo per dire che non c’è tempo per parlare di altro.

Al Senato, in Aula, mercoledì finirà in discussione una mozione sui “profili critici del processo di attuazione dell’autonomia differenziata” e qui occhi puntati sulla tenuta della maggioranza. Il caso riguardante la ministra del Turismo, Daniela Santanchè – indagata per bancarotta e falso in bilancio della sua società Visibilia – sarà in programma mercoledì, quando è prevista la discussione in Aula al Senato della mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Insieme al M5s voteranno a favore della sfiducia Pd e Avs, mentre Azione, ha dichiarato Carlo Calenda negli scorsi giorni, si asterrà e uscirà dall’Aula pur ritenendo la ministra incompatibile con il ruolo che svolge. Sarà interessante capire come voterà Italia Viva, il cui leader in questi giorni sembra più interessato del solito a farsi vedere accondiscendente con il centrodestra.

Sempre mercoledì, in questo caso all Camera, si voterà la proposta di legge che dichiara reato universale la maternità surrogata: qui le divisioni riguardano semmai le opposizioni e il Pd, in particolare su un emendamento di Riccardo Magi (+Europa) che regolamenta la maternità surrogata solidale.

Nel frattempo, già da inizio settimana è prevista la discussione sul cosiddetto decreto Giubileo, negli ultimi giorni oggetto di polemiche a causa della presentazione di un emendamento riguardante il Centro sperimentale cinematografia di Roma. Secondo i deputati del M5s in commissione Cultura, la maggioranza vorrebbe trasformare il centro “in una articolazione del governo sottraendogli autonomia e mettendone la governance alla mercé dei ministri”. Alla protesta degli studenti del centro e alla presa di posizione dei pentastellati si sono uniti Pd e Avs, mentre alcuni artisti del cinema italiano hanno mandato una lettera in supporto degli allievi.

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