Dal bacino Mediterraneo dell’Europa, all’Asia, agli Stati Uniti: il mondo brucia sotto temperature inclementi che restano al di sopra dei 40 gradi per periodi sempre più lunghi. Ondate di calore così severe e durature sono una conseguenza diretta del cambiamento climatico: non è un’estate normale, quella del 2023. Secondo i dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, infatti, la prima settimana di luglio è stata la più calda mai registrata a livello globale e le condizioni attuali non sconfessano l’ipotesi di un ulteriore superamento. Come sottolineato dal climatologo Luca Mercalli, parliamo davvero di tutto il pianeta: aria, atmosfera e oceani misurati con tutti gli strumenti disponibili. Già lo scorso mese, il cambiamento climatico e le prime fasi dell’andamento meteorologico di El Niño hanno determinato il giugno più caldo mai registrato. Ora l’Onu avverte il mondo: “Prepararsi a ondate di calore sempre più intense”.

Negli Stati Uniti un terzo della popolazione – parliamo di circa 100milioni di persone – è in allerta per le ondate di calore opprimenti degli Stati sudorientali, dove non si scende sotto i 43°C da 18 giorni consecutivi. Nella Death Valley, in California, nella giornata del 18 luglio sono stati raggiunti i 56 gradi.

Nella regione nordoccidentale dello Xinjiang, l’Ufficio meteorologico di Pechino ha registrato il record storico di 52,5 gradi nel villaggio di Sanbao, al culmine di un picco di calore che da settimane si abbatte sulla Cina.

In Europa, l’attuale ondata di calore “è stata resa più calda dai cambiamenti climatici che sono il risultato di attività umane come la combustione di carbone e altri combustibili fossili”, ha detto Friederike Otto, docente senior di Scienze del clima presso il Grantham Institute for Climate Change and the Environment e co-leader di World Weather Attribution. “Questo è ormai il caso di ogni ondata di calore, ovunque nel mondo. Finché non cesseranno le emissioni nette di gas serra, le ondate di calore in Europa e altrove continueranno a diventare più calde e pericolose.”

In Grecia i Vigili del fuoco combattono da giorni contro gli incendi scoppiati a ovest di Atene, in Attica settentrionale e ancora nell’isola di Rodi, con venti fino a 60 chilometri all’ora su alcune zone del Paese e un livello delle temperature che difficilmente si attesta al di sotto dei 37 gradi. Sull’isola di La Palma, nell’arcipelago delle Canarie, un incendio boschivo ha devastato oltre 4.500 ettari di terreno, costringendo 4.200 persone a evacuare l’isola.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, nell’estate del 2022 l’Europa ha visto più di 61.000 morti legate al caldo, mentre nelle nostre città i pronto soccorso registrano in queste ore un’impennata degli accessi. In Italia la pressione verso i servizi sanitari ha spinto le autorità ad attivare nuovi provvedimenti emergenziali per far fronte alle esigenze delle persone più a rischio, strozzate in scenari urbani di caldo e solitudine.

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